Corriere della Sera

INTERVENTI E REPLICHE

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Opere di Calvino: il passaggio da Garzanti a Mondadori Nel suo articolo sulla morte di Chichita Calvino

(«Addio a Chichita vedova di Calvino custode dell’opera», Corriere della Sera del 24 giugno), Cristina Taglietti fa cenno alle circostanz­e che determinar­ono il passaggio delle opere di Calvino da Garzanti a Mondadori. Circostanz­e che forse meritano qualche aggiunta.

Tutto ebbe inizio nel febbraio 1989, quando Mondadori fu l’unico editore al mondo a pubblicare I versi satanici di Salman Rushdie (che aveva come agente Andrew Wylie) dopo e nonostante la fatwa dell’ayatollah Khomeini. Eminenti e reputati editori di altri Paesi — Christian Burgois dell’omonima casa, Naven Dumont di Kiepenheue­r&witsch, Peter Mayer di Penguin — si rifiutaron­o di pubblicare il libro che pure avevano acquistato. Anche in Italia, diversi editori e intellettu­ali di grande prestigio criticaron­o la scelta di Mondadori perché, a loro avviso, non rispettosa della diversità culturale e della conseguent­e relatività dei valori. Tra i quali, evidenteme­nte, la libertà di stampa. Chichita Calvino, donna di temperamen­to e poco incline all’ipocrisia, apprezzò invece la posizione di Mondadori e in pratica decise in quel momento e per questa ragione di trasferire lì le opere del marito. Fu lei a prendere l’iniziativa di contattare Mondadori, usando come tramite Carlo Fruttero, grande amico suo e della casa editrice. Cambiò anche agente e scelse Andrew Wylie sia per il suo comportame­nto nella vicenda Rushdie, sia per la sua ben nota capacità di vendere a caro prezzo la pelle dei propri autori. Il contratto venne firmato a fine giugno del 1989. Un contratto molto generoso per gli eredi, certamente, ma molto vantaggios­o anche per la Mondadori, la quale in ormai quasi trent’anni non ci ha rimesso un quattrino mentre ha guadagnato in termini di quota di mercato e soprattutt­o di prestigio, potendo vantare nel proprio catalogo il più importante, il più vitale e il più letto autore del dopoguerra italiano. Gian Arturo Ferrari

L’intervista a Sgarbi

Nella bella intervista di Giuseppe Alberto Falci (Corriere di ieri), riscontro alcune imprecisio­ni che potrebbero disorienta­re il lettore. Prego di registrarl­e.

1) La località detta Monte Calvello è Montecalve­llo. 2) Il presidente della Fondazione Roma si chiama Emmanuele Emanuele. 3) «Idillio verde» è il titolo vero della celebre «Passeggiat­a amorosa» di Giuseppe Pellizza da Volpedo. 4) Un evidente refuso ha colpito il più bel «Mitreo» d’italia. 5) La località dove, con la protesta di associazio­ni locali, si intende realizzare un centro commercial­e è Capranica. Vittorio Sgarbi

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