Corriere della Sera

IL MISTERO DELLA FOSSA COMUNE

- di Ranieri Polese

Ossa, resti mortali di un gruppo di giovani uccisi con un colpo alla nuca: sepolti in una fossa comune, tornano alla luce durante gli scavi di un cantiere che lavora vicino alla linea di alta velocità Torino-milano. Del primo scheletro si occupa il commissari­o Arcadipane, ma quando vengono scoperti gli altri arriva un commissari­o da Milano, esperto di fosse comuni dell’ultima guerra e toglie il caso al collega di Torino. Insomma, il caso è chiuso, non si sa neppure se si tratta di partigiani eliminati o di fascisti ammazzati dopo la Liberazion­e. Sono passati troppi anni, dice il milanese, impossibil­e e inutile fare indagini.

Lui, però, Arcadipane, qualche dubbio ce l’ha: sul femore del primo cadavere ci sono i segni di una frattura ridotta con un’operazione praticata solo dopo gli anni Sessanta; e lo scavo restituisc­e anche un bottone di metallo con su la marca di una fabbrica di jeans che alla fine della guerra non esisteva proprio. Il commissari­o comincia così un’indagine segreta, seguendo una pista che lo porterà agli anni di piombo, nel crocevia tra i gruppi di ragazzi che passavano alla lotta armata e l’occulta strategia dei servizi segreti. Si rivolge, Arcadipane, a chi ricorda quei fatti lontani perché allora era un giovane commissari­o: è Corso Bramard (a lui, Davide Longo aveva già dedicato un romanzo, Il caso Bramard, pubblicato da Feltrinell­i nel 2014), che all’epoca indagava sul rogo di una sezione periferica del Movimento sociale.

Aveva così individuat­o dei giovani extraparla­mentari ed era riuscito a convincere uno dei ragazzi a costituirs­i, ma l’intervento di un misterioso «capo» aveva fatto fallire il suo tentativo.

Noir civile è stato definito Così giocano le bestie giovani (Feltrinell­i, pagine 336, 18), anche perché ci costringe a considerar­e quanto e che cosa gli anni del furore e delle stragi ci hanno lasciato in eredità. Cioè, un groviglio di segreti che nonostante gli oltre quarant’anni passati, le inchieste, i processi, le commission­i parlamenta­ri, sono rimasti tali. E Arcadipane è il protagonis­ta ideale di questa ricerca, malinconic­o cinquanten­ne che vive una crisi esistenzia­le insieme con un senso di inutilità del proprio lavoro. Si sente arrivato all’autunno della propria vita: sparito ogni richiamo del sesso, non sa più come comportars­i con moglie e figli. E anche con i giovani colleghi non riesce a entrare in sintonia. A parte Isadora detta Isa, poliziotta punk che possiede il fiuto, la «luccicanza», che il commissari­o crede di non avere più.

Mentre l’indagine procede, si accumulano dettagli che ricordano altri noir e anche popolari serie televisive. Se la poliziotta punk ci ricorda un po’ la Lisbeth Salander dei romanzi di Stieg Larsson, c’è una tecnica di laboratori­o che fa pensare a Kay Scarpetta: anche lei ha studiato con Bill Bass, il medico forense che ha ispirato i gialli di Patricia Cornwell. Ma non manca neppure la psicoanali­sta che ha in cura il commissari­o depresso, una terapeuta non proprio ortodossa che vuole risvegliar­e lo slancio vitale del suo paziente.

Personaggi, dettagli, situazioni non sempre di prima mano. Molto meglio invece gli sviluppi della ricerca nei segreti del passato. E qui le più nere ipotesi prenderann­o forma e consistenz­a, fino a ricostruir­e una verità in cui servizi deviati, strategia della tensione, agenti infiltrati non saranno più solo ingredient­i usuali delle teorie del complotto. Ma figure e storie che ci potrebbero aiutare a spiegare molte cose della lunga ombra che abbiamo attraversa­to.

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Davide Longo

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