Londra-parigi con la bici elettrica sulla ciclabile «verde» di 406 km
Paesaggi mozzafiato e solo qualche imprevisto pedalando 3-4 ore al giorno
PARIGI Kerouac avrebbe detto che siamo partiti per osservare, scoprire e lasciare un segno, seguendo quella nitida voglia di vivere che rinasce in noi dopo ogni scelta che prendiamo. Meno poeticamente, abbiamo scelto di pedalare da Londra a Parigi. In sella a due Askoll ebfolding, bicicletta pieghevole a pedalata assistita, quella che puoi portare sempre in metropolitana, in treno, e nell’ascensore dell’ufficio. Da oggi, anche quella bicicletta con cui correre sui 406 chilometri dell’avenue Verte, la ciclovia verde inaugurata per le Olimpiadi di Londra del 2012. L’abbiamo percorsa in quattro giorni,
Il percorso
Hanno attraversato i sobborghi inglesi e le grandi campagne, poi la manica in traghetto
tra piste ciclabili su antichi percorsi ferroviari, sentieri dentro a boschi rigogliosi e strade ghiaiose tra campi di grano e pascoli. E arrivati alla fine avremmo voluto che proseguisse fino a Roma, questa via verde sempre ben tracciata. Per questa volta, invece, ci siamo accontentati di partire dal Big Ben, attraversare i sobborghi di Londra e le sue basse case rosse, e poi le campagne inglesi, con fattorie e pub ad aspettarci in cima alle salite, la Manica in traghetto, le foreste francesi, fino a che la case non hanno cominciato a rialzarsi, diventare più dense, meno ordinate, segnalando l’ingresso nelle banlieu parigine.
Ventotto ore in sella, dieci barrette energetiche, dodici litri d’acqua, cinque hamburger, quattro fette di tarte tatin e innumerevoli birre (a fine giornata) a testa, tre alberghi bike-friendly, una sola foratura e un barista inglese che ha voluto a tutti i costi una foto ricordo «because you are my heroes». Just for four days, gli abbiamo risposto parafrasando David Bowie.
La musica, si sarà capito, ha accompagnato questi giorni di totale libertà perché dopo alcune ore passate in sella la testa si libera di tutti i pensieri e tira fuori quei ritornelli quasi dimenticati. Ogni momento ha la propria colonna sonora. Il tempo ha assunto una dimensione nuova, rispetto alle nostre vite da città. Perché viaggiare in bicicletta significa totale indipendenza, non doversi preoccupare di orari o scadenze, lasciarsi guidare dall’alba e dal tramonto per essere sicuri di avere sempre luce sulla strada.
Viaggiare significa anche risolvere gli imprevisti. Come quando - la mattina del quarto giorno, ormai stanchi, con la voglia di arrivare - abbiamo ripetutamente ignorato i cartelli di «strada interrotta» proseguendo in mezzo a un bosco che si faceva sempre più fitto, fino a trovarci di fronte una barriera alta due metri. Biciclette pieghevoli, abbiamo scoperto, significa anche sollevabili e siamo stati ripagati: lo sforzo di ha regalato alcuni chilometri di totale silenzio sulle sponde della Senna.
Cicloviaggiatori ne abbiamo incontrati tanti: famiglie con bambini, «fissati» in bici da corsa con pullmino al seguito, semplici appassionati come noi. Questo è davvero un viaggio alla portata di tutti, che può esser fatto in una settimana pedalando 3-4 ore al giorno, godendosi lo scorrere dei paesaggi e il susseguirsi sporadico di cattedrali e castelli. Senza dimenticare pub e brasserie.