«I conti? Aspetto i fatti»
Il presidente della Bce: subito un paracadute comune per le banche dell’eurozona
BRUXELLES «Quando il sole splende, si aggiusta il tetto». Il presidente della Bce Mario Draghi ha lanciato questo ammonimento al governo italiano e agli altri Paesi membri con alto debito, tratteggiando per la zona euro uno scenario macroeconomico con «fondamentali solidi», nonostante il rallentamento della crescita e i «rischi al ribasso» scaturiti principalmente dalla «minaccia di un maggiore protezionismo» nei commerci per lo scontro del presidente Usa Donald Trump con Ue e Cina.
Draghi, intervenendo davanti alla commissione Economia nell’europarlamento di Bruxelles, ha ricordato che i Paesi ad alto debito «nei periodi positivi dovrebbero ricostituire delle riserve di bilancio per quando ci sarà un rallentamento della crescita, questo è un insegnamento della crisi». Interpellato dall’eurodeputato Fulvio Martusciello di Forza Italia sui rischi di aumento del maxi debito italiano, anche in seguito a interventi sulle pensioni promessi dal governo, ha risposto che «per il momento ci sono solo parole, che tra l’altro sono cambiate». Pertanto «prima di pronunciare giudizi» ritiene che sia «necessario aspettare i fatti».
Non vede però rischi per l’italia dalla riduzione e poi fine (a dicembre 2018) degli aiuti del piano Qe della sua Bce (stimato 2,4 migliaia di miliardi), che «avrà un impatto complessivo dell’1,9% sulla crescita reale della zona euro nel periodo 2016-2020». Questo perché all’eurotower «siamo fiduciosi che l’economia si sta rafforzando e la graduale riduzione dell’acquisto di attività sarà accompagnata da altre misure di politica monetaria, lasciando ampia l’espansione monetaria» e perché «lo vediamo dalle reazioni alla nostra decisione del mercato, che non sono stato affatto drammatiche».
Ha tranquillizzato anche sullo squilibrio tra la Banca d’italia e le altre banche centrali, che ha appena evidenziato un saldo negativo record di oltre 480 miliardi di euro. Draghi ha detto che queste cifre «piuttosto elevate» sono in linea con «l’esperienza storica», dato che «non è qualcosa che non si è mai visto prima» in Italia.
Il presidente della Bce ha comunque rassicurato che la sua istituzione non intende abbandonare a fine anno (con il Qe) «la politica monetaria espansiva» e le elargizioni di liquidità a basso costo. Ha previsto che «i tassi di interesse della Bce restino ai livelli attuali almeno durante l’estate del 2019 e, in ogni caso, per tutto il tempo necessario» a sostenere l’inflazione al di sotto, ma vicino al 2% annuo. In pratica l’eurotower continuerebbe ad essere pronta ad attuare la sua linea di interventi, nota come «tutto quello che serve». Auspica però che «in questi tempi di incertezza globale è più importante che mai che l’europa resti unita» e completi i suoi progetti di maggiore coesione della zona euro. A partire dall’unione bancaria, che è stata lanciata sei anni fa e non è stata completata con la prevista Garanzia europea dei depositi: per il «no» della Germania e di altri Paesi membri del Nord (che pretendono prima la riduzione dei rischi nelle banche degli Stati del Sud). Per Draghi, invece, garantirebbe «un settore bancario più’ stabile» perché «la nostra unione monetaria, se incompleta, resta vulnerabile». Ha confermato «importanti miglioramenti» nella riduzione dei prestiti bancari non performanti (Npl) e si aspetta una «ulteriore riduzione dei rischi sui crediti deteriorati e sui titoli tossici» (questi ultimi costituiti principalmente da derivati speculativi largamente presenti nei bilanci di grandi banche tedesche e francesi). «Se la condivisione dei rischi porta a una gestione ordinata delle conseguenze per la stabilità derivanti dalla riduzione dei rischi, quest’ultima procederà più velocemente», è il messaggio inviato per esortare la Germania e gli altri Paesi del Nord a superare le loro riserve sulla Garanzia europea dei depositi. Tra l’altro, secondo Draghi, questo schema «eviterebbe il rischio di profezie destabilizzanti, che si auto-avverano nella forma di fuga dalle banche».
d Rischi per l’italia dalla fine del Quantitative easing? La reazione dei mercati è stata tutt’altro che drammatica
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In tempi di incertezza globale che cresce, è più importante che mai che l’europa sia unita dopo gli sforzi fatti negli ultimi anni
I tassi
«I tassi della Bce resteranno stabili almeno fino all’estate del 2019»