Corriere della Sera

Il manager della compagnia: «Circondati e minacciati ma nessun dirottamen­to»

- di Fabrizio Caccia

ROMA A gestire la crisi sulla Vos Thalassa, in collegamen­to per tre giorni con la Guardia costiera di Roma, c’era un giovane manager della compagnia Vroon che adesso chiede l’anonimato: «Noi eravamo lì per lavorare, di supporto alla piattaform­a petrolifer­a (della Total, ndr) non pensavamo di finire in mezzo a questo casino — racconta l’uomo ancora sotto choc —. Del resto, c’erano quei migranti da salvare e li abbiamo salvati, perché questo vuole la legge del mare. Ma poi ci siamo trovati in 10 contro 70, furiosi contro di noi...». Il motivo di quella furia lo spiega dall’olanda Christophe­r Savoye, responsabi­le Affari legali del gruppo Vroon, da cui dipende la Vos Thalassa, il rimorchiat­ore battente bandiera italiana intervenut­o, domenica sera, per salvare al largo della Libia i 67 migranti arrivati ieri a Trapani con la nave Diciotti. Savoye racconta quei momenti drammatici: «Appena la nostra nave ha girato verso Sud, per poter incontrare un mezzo della Guardia costiera libica e trasferire i rifugiati, questi hanno cominciato a minacciare l’equipaggio. Li hanno circondati, spintonati, facendo il gesto del “ti taglio la gola”. Così, a seguito di queste minacce, la nave è tornata alla sua posizione iniziale e abbiamo avvertito la centrale di Roma. Essere in pochi, circondati da una folla di persone arrabbiate che ha poco da perdere, può essere spaventoso».

«Ma noi non abbiamo mai chiesto di portare i migranti in Italia né di entrare in acque italiane — aggiunge il giovane manager —. Per noi era indifferen­te che i migranti finissero in Libia o in Italia. Noi abbiamo solo chiesto che la Diciotti ci venisse vicino per proteggerc­i. Immaginate di avere vostro figlio in mezzo a una situazione del genere. Non fareste lo stesso?». Savoye conferma: «Abbiamo chiesto assistenza e istruzioni alla centrale di Roma, quindi il Comando ha organizzat­o il trasbordo sulla Diciotti. Noi del resto avevamo un lavoro da portare a termine, non potevamo lasciare la zona. Comunque sia, va detto che i 67 rifugiati non hanno mai cercato di prendere il controllo della Vos Thalassa. Ammutiname­nto, presa d’ostaggi, non so da dove siano uscite certe espression­i...». Eppure il ministro Salvini ha parlato di «violenti dirottator­i»: non le risulta? «La nostra compagnia non commenta la posizione del governo italiano sui migranti. Ciò che ci ferisce di più è l’accusa che la Vroon possa essere coinvolta nel traffico di vite umane».

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Christophe­r Savoye, responsabi­le Affari legali del gruppo Vroon

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