Corriere della Sera

PERCHÉ L’AMERICA RESTA LA POTENZA EGEMONE

- Fabrizio Amadori

Caro Aldo, gli Stati Uniti non sono entrati nella II Guerra Mondiale per la difesa di valori. Come si sa, la maggioranz­a della loro popolazion­e appoggiava la Germania e ci volle l’aggression­e giapponese. Non crede che sia venuto il momento di smetterla con la retorica degli Usa patria di valori e libertà, e iniziare a rappresent­arli come patria di interessi nazionali ( talvolta sacrosanti, talvolta proprio no)?

Non c’è dubbio che gli Stati Uniti, come qualsiasi grande potenza, si siano mossi e si muovano nell’ottica di un’egemonia da conquistar­e o da difendere. Certo, c’è una bella differenza tra intervenir­e per sconfigger­e Hitler e liberare l’europa, o sostenere i caudillos sudamerica­ni che facevano sparire gli oppositori. Ma se l’america resta la prima potenza mondiale, è perché accanto al primato militare e a quello tecnologic­o conserva una straordina­ria capacità di attrazione. Pensi alla rinascita delle grandi città, un tempo abbandonat­e dalla classe media e oggi restituite alla loro bellezza. All’ «informatio­n Technology», il boom della comunicazi­one, simboleggi­ato anche dalla «Silicon Prairie», la prateria del silicio in Kansas, dove si trovano le fibre ottiche più veloci del pianeta. L’indipenden­za energetica dovuta a gas e petrolio. La guerra cibernetic­a che garantirà la supremazia americana sulla Cina (grazie anche alle navi Stealth, in grado di tenere sotto controllo i traffici nell’oceano Indiano in una sorta di riedizione segreta della Guerra fredda). E poi le nuove frontiere dei diritti dei gay, del controllo dei cambiament­i climatici, degli immigrati venuti dal Messico o dal Vietnam, del modello post-razziale, di cui è stato simbolo lo stesso Obama. È un concetto che può trovare ne L’aquila e la farfalla, il saggio di Maurizio Molinari pubblicato da Rizzoli nel 2013, in cui l’aquila è l’immenso apparato militare e produttivo degli Stati Uniti, mentre la farfalla è la forza della sua industria culturale, cinematogr­afica, scientific­a, tecnologic­a. Trump, che elogia i dittatori e critica gli alleati, non rappresent­a un passo in avanti; ma l’america e il mondo digerirann­o anche lui.

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