Corriere della Sera

Trump, giravolta su May e Brexit

A Londra affondo alla premier sulla Brexit. La correzione: relazione speciale

- di Luigi Ippolito

La difficile giornata inglese di Trump. Prima attacca May a testa bassa sulla soft Brexit in un’intervista al Sun poi loda questa «donna incredibil­e che sta facendo un lavoro fantastico».

LONDRA La giornata di ieri di Donald Trump in Gran Bretagna è stata tutta una corsa al recupero: un esercizio di limitazion­e dei danni dopo una devastante intervista in cui il presidente americano aveva sparato ad alzo zero contro la strategia di Theresa May sulla Brexit. E dunque la conferenza stampa che ha concluso i colloqui si è risolta in un coreografa­to balletto di compliment­i: che però non sono riusciti a nascondere del tutto il dissidio di fondo.

«Qualunque cosa fate sulla Brexit, per me è ok», ha proclamato Trump, aggiungend­o, rivolto verso la May, che «questa donna incredibil­e sta facendo un lavoro fantastico» e che «la Brexit è un affare difficile, ma lei farà al meglio». E ha concluso dando «alla nostra relazione, in termini di punteggio, il più alto livello di speciale».

Ma ciò che è detto è detto: ed è difficile fare marcia indietro. Perché la giornata si era aperta con un intervento a gamba tesa di Trump nella già complicata partita politica britannica. In una intervista al Sun, il quotidiano più letto del Regno Unito, il presidente americano si era scagliato contro la strategia della «soft Brexit» portata avanti da Theresa May: e aveva addirittur­a minacciato la Gran Bretagna di bloccare eventuali accordi commercial­i futuri.

Trump ha sostenuto che la May aveva ignorato i suoi consigli sulla Brexit e che era piuttosto andata «nella direzione opposta»: ma i risultati sono stati «molto sfortunati». Parole che non hanno fatto altro che gettare benzina sul fuoco della rovente politica interna britannica. May aveva presentato giovedì il suo «Libro bianco» sulla Brexit, in cui prefigurav­a una uscita supersoft dall’europa e proponeva un accordo di associazio­ne con l’unione. Tutte idee che avevano già causato le dimissioni del ministro degli Esteri Boris Johnson, che molti ritengono in procinto di lanciare una sfida per la leadership. E, guarda caso, Trump nell’intervista ha detto che Boris «sarebbe un ottimo primo ministro». Di fatto, un endorsemen­t.

Nella conferenza stampa il presidente ha sostenuto che l’articolo del Sun era fake news, notizie false, e che lui in realtà aveva lodato la May: «Non ho criticato il primo ministro, ho molto rispetto per lei. Quando l’ho vista stamattina, le ho chiesto scusa». Ma l’audio dell’intervista lo hanno potuto ascoltare tutti.

Come tutti hanno potuto sentire, e vedere, la colorata e rumorosa protesta che ha attraversa­to ieri le strade di Londra: centomila persone in piazza che gridavano il proprio dissenso contro Trump. Il quale non aveva mancato di attaccare la sua bestia nera, il sindaco musulmano della capitale Sadiq Khan.

Ad ogni modo l’intervento di Trump, il più clamoroso finora negli affari interni di un Paese alleato, rischia di essere destabiliz­zante: la posizione della May è molto fragile dopo che il suo Libro bianco è stato attaccato dagli euroscetti­ci come una svendita e un «atto di vassallagg­io». Nel partito conservato­re sta montando la rabbia e ora gli avversari interni della premier potrebbero essere tentati di darle la spallata finale: forti dell’appoggio della Casa Bianca.

Questa donna incredibil­e sta facendo un lavoro fantastico. Non l’ho criticata, quando l’ho vista, le ho chiesto scusa Donald Trump

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La Regina Elisabetta II, 92 anni, con il presidente americano Donald Trump, 72, ieri nel cortile di Windsor
(Getty) Guardia d’onore La Regina Elisabetta II, 92 anni, con il presidente americano Donald Trump, 72, ieri nel cortile di Windsor

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