Corriere della Sera

«Pensioni d’oro» Altre regole (e poche risorse)

L’adozione del sistema contributi­vo per il ricalcolo, ma solo su una parte dell’assegno Il nodo del cumulo

- di Lorenzo Salvia

Dopo i vitalizi l’accordo tra M5S e Lega prevede il taglio delle pensioni d’oro, cioè quelle al di sopra dei 5, scesi poi a 4 mila euro netti al mese. Un obiettivo non facile. Anche perché questa volta si procederà non per decreto ma con un normale disegno di legge, senza corsie preferenzi­ali in Parlamento.

Il taglio delle «cosiddette pensioni d’oro» è previsto dal contratto di governo. L’accordo tra M5S e Lega prevede un intervento sugli assegni al di sopra dei 5 mila euro netti al mese. Ma quell’asticella è troppo alta per ricavare risorse sufficient­i da destinare alle pensioni più povere. E così la soglia è scesa a 4 mila euro netti al mese. Dopo il taglio dei vitalizi, il vice premier Luigi Di Maio dice che questo sarà il prossimo passo e che «spera di portare a casa il risultato prima della pausa estiva». Non è facile. Anche perché si procederà non per decreto ma con un disegno di legge, ancora da definire, e quindi senza corsie preferenzi­ali in Parlamento. Ma come potrebbe funzionare?

I primi conti li ha fatti il centro studi previdenzi­ali Tabula, guidato da Stefano Patriarca, consulente di Palazzo Chigi nel precedente governo. A essere ricalcolat­a in base al meno vantaggios­o sistema contributi­vo, cioè tenendo conto dei contributi effettivam­ente versati nel corso della vita, sarebbe solo la quota dell’assegno che supera i 4 mila euro. Le persone coinvolte sarebbero circa 100 mila, a patto di applicare la soglia dei 4 mila euro non al singolo assegno ma al reddito totale pensionist­ico. Una differenza fondamenta­le visto che molte persone cumulano assegni diversi, come quello di reversibil­ità. Il taglio medio sarebbe tra il 10 e il 12%, ma con una forte variabilit­à. Il risparmio netto, considerat­o che con pensioni più basse lo Stato incassa meno tasse, sarebbe tra i 450 e i 600 milioni di euro. Troppo poco per finanziare la pensione di cittadinan­za, 780 euro al mese, contenuta sempre nel contratto di governo e che ha un costo tra i 2 e i 4 miliardi. Servirebbe­ro altre risorse

Il taglio delle pensioni d’oro non è certo un tema nuovo. Un meccanismo per il ricalcolo contributi­vo era stato studiato qualche anno fa da Tito Boeri, presidente dell’inps. All’inizio del suo mandato ne aveva parlato anche l’allora presidente del consiglio Matteo Renzi. Ma poi il suo governo aveva imboccato un’altra strada, con l’aumento della quattordic­esima, mensilità aggiuntiva riservata agli assegni più bassi.

Le stime

La riduzione media sarebbe compresa tra il 10% e il 12% ma con una forte variabilit­à

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