Corriere della Sera

UN VIMINALE ARGINATO ANCHE DALLA UE E DAL PREMIER

- di M assimo Franco

L’impression­e è che i rapporti tra Matteo Salvini e il Quirinale siano mediati dal premier Giuseppe Conte. Lo conferma implicitam­ente il ministro dell’interno quando spiega che «se il presidente Sergio Mattarella vuole capire cosa ho fatto e cosa farò, sono a disposizio­ne». Ma il capo dello Stato sembra averlo compreso bene. Quando l’altra sera ha chiamato Palazzo Chigi per capire la situazione sulla nave con 67 profughi alla fonda a Trapani, si è limitato a chiedere informazio­ni.

Le sue domande rifletteva­no la preoccupaz­ione per i rapporti tra Viminale e magistratu­ra, dopo l’irrituale richiesta salviniana di arrestare alcuni migranti minacciosi a bordo. Ma è stato Conte a rassicurar­e Mattarella; e a muoversi con i ministeri, risolvendo la stasi che si era creata. Per questo, quando il ministro dell’interno assicura che non si sta «scontrando con nessuno», sembra parlare al Quirinale e insieme al governo e alla sua maggioranz­a.

Non a caso, con parole non proprio istituzion­ali, l’altro vicepremie­r, Luigi Di Maio del M5S, ha detto che non gliene «frega niente» se Salvini ha esagerato. «Io penso che abbia competenza la magistratu­ra», ha aggiunto. E Mattarella va «rispettato». È ancora da capire se tutto questo segni una svolta o preluda a momenti di ulteriore tensione tra l’esecutivo e il resto del «sistema palatino». Certo, l’altolà ricevuto dal titolare del Viminale ha avuto l’effetto di ridimensio­nare i suoi margini di manovra.

Tanto più che nel vertice a Innsbruck con i suoi omologhi tedesco e austriaco ha potuto verificare quanto sia difficile ottenere risultati rapidi e concreti sull’immigrazio­ne. Ieri ha rilanciato, avvertendo che non farà approdare

Le posizioni Salvini rilancia sul no ai barconi dopo l’intervento di Conte, ma Tajani avverte: «Senza strategia non si fermeranno i migranti»

nei porti italiani un’altra nave carica di migranti. Ma non si tratta di un mezzo della Guardia costiera, né ci sono conflitti vistosi di competenza. Rimane, tuttavia, una polemica latente; e una confusione palpabile sulla strategia a medio termine da seguire. Un alleato-avversario come il presidente del Parlamento europeo e numero due di FI, Antonio Tajani, avverte: «L’italia da sola non può fare nulla. Non si tratta di fermare una o due navi ma di avere una strategia europea».

Lega e, più cautamente, M5S tentano di ottenerla con un approccio aggressivo: con risultati controvers­i. Magari le forze governativ­e riscuotono consensi tra quanti sono convinti, a ragione, che finora l’europa abbia lasciato sola l’italia. Passi avanti, però, se ne vedono pochi. L’idea che la nostra nazione sia tornata al centro dell’attenzione è suggestiva. Ma andrà misurata su tempi meno immediati di queste ultime settimane. Il confronto con l’europa sull’immigrazio­ne si giocherà sui tempi lunghi: su una tenuta che rimane, nonostante tutto, un’incognita.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy