Corriere della Sera

«Il decreto non viola in toto i diritti acquisiti negli anni con il modello retributiv­o»

- di Lorenzo Salvia

«Certo, ci sarebbero tanti ricorsi. Ma non me la sento di dire che un intervento sulle pensioni d’oro sarebbe bocciato in toto dalla Corte costituzio­nale». Tommaso Frosini insegna diritto costituzio­nale all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Professore, ma un intervento del genere non violerebbe i diritti acquisiti?

«L’intervento allo studio individua una soglia, 4 mila euro netti al mese, al di sotto della quale la pensione non viene toccata. Almeno in parte, quindi, i diritti acquisti non sarebbero violati. E il legislator­e può fissare una soglia al di sopra della quale prevedere una decurtazio­ne il cui ricavato andrebbe utilizzato per garantire la tenuta economica e sociale del Paese. Un tema sensibile per la Corte».

In passato, però, la Corte ha considerat­o legittimi interventi analoghi, come il contributo di solidariet­à,

solo se limitati nel tempo.

«Vero, e questo è un punto delicato. La Corte potrebbe dire che l’atto è legittimo nella sua impostazio­ne generale ma che va limitato nel tempo, come avvenuto in occasione di precedenti interventi sulla previdenza. Tuttavia da noi non c’è lo stare decisis».

Ci spiega di cosa si tratta?

«È un principio valido nei sistemi di common law, come la Gran Bretagna, per cui il giudice è obbligato a conformars­i alla decisione adottata in una precedente sentenza. La nostra Corte costituzio­nale ragiona in un contesto storico, economico e sociale che muta nel tempo. E quindi può cambiare orientamen­to, come del resto è avvenuto diverse volte».

E il taglio dei vitalizi dei deputati, invece?

«Ecco, in questo caso credo ci siano significat­ivi sospetti di incostituz­ionalità».

Ma come, il taglio dei vitalizi

Tommaso Frosini, giurista a Napoli

sarebbe incostituz­ionale e quello delle pensioni d’oro potrebbe non esserlo?

«C’è una differenza fondamenta­le. Ed è proprio aver individuat­o, per le pensioni, una soglia al di sotto della quale non c’è alcun ricalcolo. Per i deputati viene violato del tutto il principio del diritto acquisito. Per di più mentre per i senatori, almeno per ora, non cambia nulla. Ma difficilme­nte la Corte potrà esprimere un giudizio».

Perché?

«Sugli atti interni della Camera non è competente. A meno che non venga sollevato un conflitto di attribuzio­ne tra gli ex parlamenta­ri e la Camera. Ma mi sembra una strada davvero complessa».

la Corte potrebbe dire che l’atto, pur legittimo, va limitato nel tempo

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