I 200 amministratori che passano con Fratelli d’italia
I nuovi acquisti tra sindaci e consiglieri ex di FI e liste civiche. Ovazione per un M5S «pentito»
Sotto le note di Ma il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano, Giorgia Meloni riempie la sala del centro congresso di via Alibert, a pochi passi da Piazza Spagna, per annunciare l’adesione di 220 amministratori locali a Fratelli d’italia. Non è un venerdì come tanti ma per la Meloni «è una giornata straordinaria» che vuole essere il punto di partenza della «rifondazione del centrodestra». Il suo incipit suona così: «Solo noi di Fratelli d’italia possiamo rifondare il centrodestra, essendo l’unico partito della coalizione che non ha partecipato a scappatelle».
Nel frattempo dal 4 marzo FDI «è continuato a crescere, diventando, in gran parte dei Comuni capoluogo che sono andati al voto, il secondo partito del centrodestra, al di là di alcune interessate campagne giornalistiche». Così il territorio si è colorato di quel «blu» che fa da sfondo al simbolo del partito. Al punto che oggi le cifre parlano chiaro: 7 consiglieri regionali, 18 sindaci e 16 vicesindaci, 35 assessori, tre presidenti di consiglio comunale, 140 consiglieri comunali. I nuovi acquisti provengono da liste civiche, da Forza Italia e persino dalle file dei grillini.
La prima a salire sul palco è Noemi Avigo, 23 anni, una laurea in psicologia e assessore alla Cultura a Manerba del Garda. Poi tocca ad Alessandro Nicolò, consigliere regionale in Calabria che lascia Forza Italia: «Coerenza, lealtà e onestà è quello che ho riscontrato nel partito di Giorgia». Dalla Sardegna arriva Marcello Orrù, fondatore del movimento cristiano, il quale sostiene che «il modello da seguire è quello di Viktor Orbán». Ma gli applausi scroscianti spettano a Luca Mantuano, 34enne originario di Paola, che da qualche giorno ha abbandonato il M5S perché «è un grande bluff».
In prima fila applaude lo stato maggiore del partito, da Ignazio La Russa a Daniela Santanché, da Isabella Rauti a Fabio Rampelli, da Adolfo Urso a Edmondo Cirielli. Ma questo giorno di festa è solo la prima tappa. L’obiettivo finale si chiama elezioni europee, dove «le liste di Fratelli d’italia saranno estremamente aperte». E alla domanda se si candiderà o meno per Strasburgo la Meloni non lo esclude: «Io sono sempre a disposizione, figuriamoci. Se me lo chiede il partito sono un soldato».