L’ultima magia del re dei fuochi «Accendo Parigi per amore»
Intervista al più grande creatore degli spettacoli luminosi
Christophe Berthonneau, 55 anni, durante uno spettacolo. A destra, i fuochi artificiali sulla Tour Eiffel in una passata Festa del 14 luglio PARIGI Il momento più bello in 25 anni di carriera? «Ce ne sono tanti, uno sicuramente quando si è avvicinato un ragazzo per dirmi come aveva conosciuto sua moglie: “Stavo guardando i suoi fuochi artificiali per l’inaugurazione della passerella sul Tamigi, a Londra, ed era talmente bello che mi sono commosso e ho preso la mano della ragazza sconosciuta accanto a me. Oggi siamo sposati da cinque anni”».
Christophe Berthonneau è un grande romantico, e per i fuochi artificiali di stasera, 14 luglio, alla Tour Eiffel, «ho pensato al tema dell’amore, dello stare insieme, in un momento in cui tanti Paesi sembrano cadere nella cattiveria e nella violenza punterò sulla benevolenza, la delicatezza e l’eleganza». Berthonneau è il maestro riconosciuto degli spettacoli pirotecnici in tutto il mondo, c’è la sua mano nelle cerimonie di chiusura delle Chi è
Christophe Berthonneau 55 anni, fondatore del «Groupe F», è il maestro riconosciuto degli spettacoli pirotecnici in tutto il mondo
C’è la sua mano nelle cerimonie di chiusura delle Olimpiadi di Barcellona, Atene, Rio de Janeiro e di quelle invernali a Torino
Ha ideato lo spettacolo per stasera, 14 luglio, a Parigi Olimpiadi di Barcellona, Atene, Rio de Janeiro e di quelle invernali a Torino, e poi è stato lui a inventare la «ola» di fuoco sul tetto dello Stade de France quando i Bleus conquistarono la coppa del mondo, vent’anni fa, e ancora è lui a «incendiare» la Tour Eiffel per l’anno 2000, celebrare Maria Antonietta a Versailles, o inaugurare la torre Burj Khalifa a Dubai, o pochi mesi fa il Louvre di Abu Dhabi.
La materia prima per tutti o quasi i fuochi artificiali viene fabbricata a Liuyang, capitale mondiale della pirotecnica. Ma poi, se si cerca uno spettacolo capace di stupire al di là della potenza bruta dei «botti», bisogna chiamare il 55enne Berthonneau, che ha fondato la società «Groupe F» per sfidare i giganti francesi Ruggieri-lacroix (leader europeo, nato dalla casa bolognese poi trapiantata a Versailles), i newyorchesi di origine italiana Grucci, e gli australiani Howard artificieri dal 1922.
Berthonneau è nato a Parigi, nel quartiere Mouffetard, e a 13 anni per caso si è trovato a fare una cosa che gli ha cambiato la vita. Il tecnico delle luci del teatro di quartiere si è ammalato, e tramite la madre attrice hanno chiesto a quel ragazzino se volesse tenere il riflettore per una sera. «Era una pièce di Fernando Arrabal, Orazione, la conoscevo a memoria perché ero innamorato dell’attrice protagonista. Mi sono arrangiato».
Dopo quella sera l’adolescente Christophe ha deciso che il teatro e lo spettacolo sarebbero stati la sua vita, finite le medie ha smesso di studiare e ha cominciato ad alternare arte e lavori occasionali, compreso operaio in un altoforno dove «ho scoperto la potenza del fuoco».
Dopo gli inizi nella piccola compagnia di artificieri «Ephémère», Berthonneau lavora molto in Italia «dove esiste una grandissima tradizione pirotecnica che mi ispira ancora oggi», e finalmente fonda la società «Groupe F» nel Sud della Francia, tra Arles e il mare. È una piccola azienda che dà lavoro a 20 persone e punta sulle soluzioni mai tentate prima da altri, le stesse che verranno poi usate negli spettacoli più mainstream a Disneyland. «Ogni spettacolo è realizzato in computer a tre dimensioni — dice Berthonneau —, devo vedere e provare tutto sullo schermo e poi passare alla realizzazione con i fuochi veri».
Gli capita mai di sentirsi come François Vatel, che organizzava le feste nel castello di Chantilly per il principe di Condé? «Vatel era un pasticcere, e anche io mi sento un po’ come un cuoco, devo usare tanti ingredienti per dare piacere agli altri. E come in Vatel c’è la paura di sbagliare, l’ossessione di stupire e di superarsi senza potere deludere il pubblico». I fuochi artificiali alla Tour Eiffel sono visti da centinaia di migliaia di persone dal vivo e da milioni in diretta tv. «Quest’anno li dedico alla finale di domenica e alla squadra di calcio, fatta di ragazzi di tutte le origini, veri francesi senza nazionalismi».
@Stef_montefiori