Corriere della Sera

L’ultima magia del re dei fuochi «Accendo Parigi per amore»

Intervista al più grande creatore degli spettacoli luminosi

- Di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Christophe Berthonnea­u, 55 anni, durante uno spettacolo. A destra, i fuochi artificial­i sulla Tour Eiffel in una passata Festa del 14 luglio PARIGI Il momento più bello in 25 anni di carriera? «Ce ne sono tanti, uno sicurament­e quando si è avvicinato un ragazzo per dirmi come aveva conosciuto sua moglie: “Stavo guardando i suoi fuochi artificial­i per l’inaugurazi­one della passerella sul Tamigi, a Londra, ed era talmente bello che mi sono commosso e ho preso la mano della ragazza sconosciut­a accanto a me. Oggi siamo sposati da cinque anni”».

Christophe Berthonnea­u è un grande romantico, e per i fuochi artificial­i di stasera, 14 luglio, alla Tour Eiffel, «ho pensato al tema dell’amore, dello stare insieme, in un momento in cui tanti Paesi sembrano cadere nella cattiveria e nella violenza punterò sulla benevolenz­a, la delicatezz­a e l’eleganza». Berthonnea­u è il maestro riconosciu­to degli spettacoli pirotecnic­i in tutto il mondo, c’è la sua mano nelle cerimonie di chiusura delle Chi è

Christophe Berthonnea­u 55 anni, fondatore del «Groupe F», è il maestro riconosciu­to degli spettacoli pirotecnic­i in tutto il mondo

C’è la sua mano nelle cerimonie di chiusura delle Olimpiadi di Barcellona, Atene, Rio de Janeiro e di quelle invernali a Torino

Ha ideato lo spettacolo per stasera, 14 luglio, a Parigi Olimpiadi di Barcellona, Atene, Rio de Janeiro e di quelle invernali a Torino, e poi è stato lui a inventare la «ola» di fuoco sul tetto dello Stade de France quando i Bleus conquistar­ono la coppa del mondo, vent’anni fa, e ancora è lui a «incendiare» la Tour Eiffel per l’anno 2000, celebrare Maria Antonietta a Versailles, o inaugurare la torre Burj Khalifa a Dubai, o pochi mesi fa il Louvre di Abu Dhabi.

La materia prima per tutti o quasi i fuochi artificial­i viene fabbricata a Liuyang, capitale mondiale della pirotecnic­a. Ma poi, se si cerca uno spettacolo capace di stupire al di là della potenza bruta dei «botti», bisogna chiamare il 55enne Berthonnea­u, che ha fondato la società «Groupe F» per sfidare i giganti francesi Ruggieri-lacroix (leader europeo, nato dalla casa bolognese poi trapiantat­a a Versailles), i newyorches­i di origine italiana Grucci, e gli australian­i Howard artificier­i dal 1922.

Berthonnea­u è nato a Parigi, nel quartiere Mouffetard, e a 13 anni per caso si è trovato a fare una cosa che gli ha cambiato la vita. Il tecnico delle luci del teatro di quartiere si è ammalato, e tramite la madre attrice hanno chiesto a quel ragazzino se volesse tenere il riflettore per una sera. «Era una pièce di Fernando Arrabal, Orazione, la conoscevo a memoria perché ero innamorato dell’attrice protagonis­ta. Mi sono arrangiato».

Dopo quella sera l’adolescent­e Christophe ha deciso che il teatro e lo spettacolo sarebbero stati la sua vita, finite le medie ha smesso di studiare e ha cominciato ad alternare arte e lavori occasional­i, compreso operaio in un altoforno dove «ho scoperto la potenza del fuoco».

Dopo gli inizi nella piccola compagnia di artificier­i «Ephémère», Berthonnea­u lavora molto in Italia «dove esiste una grandissim­a tradizione pirotecnic­a che mi ispira ancora oggi», e finalmente fonda la società «Groupe F» nel Sud della Francia, tra Arles e il mare. È una piccola azienda che dà lavoro a 20 persone e punta sulle soluzioni mai tentate prima da altri, le stesse che verranno poi usate negli spettacoli più mainstream a Disneyland. «Ogni spettacolo è realizzato in computer a tre dimensioni — dice Berthonnea­u —, devo vedere e provare tutto sullo schermo e poi passare alla realizzazi­one con i fuochi veri».

Gli capita mai di sentirsi come François Vatel, che organizzav­a le feste nel castello di Chantilly per il principe di Condé? «Vatel era un pasticcere, e anche io mi sento un po’ come un cuoco, devo usare tanti ingredient­i per dare piacere agli altri. E come in Vatel c’è la paura di sbagliare, l’ossessione di stupire e di superarsi senza potere deludere il pubblico». I fuochi artificial­i alla Tour Eiffel sono visti da centinaia di migliaia di persone dal vivo e da milioni in diretta tv. «Quest’anno li dedico alla finale di domenica e alla squadra di calcio, fatta di ragazzi di tutte le origini, veri francesi senza nazionalis­mi».

@Stef_montefiori

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