Corriere della Sera

«Tiravo, ma Sara era intrappola­ta» L’ipotesi: il motore troppo potente

Sperlonga, il racconto del turista americano. Le verifiche sulla piscina, 4 indagati

- Valeria Costantini Rinaldo Frignani

ROMA «Abbiamo fatto di tutto, abbiamo cercato disperatam­ente di staccarla dal fondo della piscina. Ma il risucchio era troppo forte. Non ci siamo riusciti». Il senso di colpa continua a tormentarl­o. Anche se lui di colpe non ne ha. Anzi. Con un medico e altri due clienti si è tuffato subito nella piscina per salvare Sara Francesca Basso. Purtroppo non è bastato e rimane il pensiero che si sarebbe potuto fare qualcosa di più per evitare una morte assurda. Parlando con i carabinier­i, il turista americano che mercoledì pomeriggio era ospite del Virgilio Grand Hotel di Sperlonga avrebbe confermato — come hanno fatto altri testimoni della drammatica vicenda — che «la giovane è rimasta sott’acqua per molto tempo».

Minuti decisivi, tre o quattro, forse anche qualcuno di più, prima che il personale dell’albergo disattivas­se il potente motore che alimenta il ricircolo nella vasca, in modo che i soccorrito­ri potessero staccare la tredicenne, ormai esanime, dalla grata del bocchetton­e alla quale era rimasta incollata. Il racconto dell’americano, preso a verbale, è importante per ricostruir­e ciò che è successo quel pomeriggio. Così come lo sono le testimonia­nze sui soccorsi, sui tempi d’intervento dell’ambulanza. Come anche la stessa versione del medico che è riuscito a rianimare Sara, a farla respirare di nuovo, al punto che per alcuni momenti prima dell’arrivo dell’eliambulan­za fra i presenti si era diffusa la speranza che ce la potesse fare. Solo un’illusione — ma anche su questo si vuole fare luce — perché dieci ore più tardi la situazione è precipitat­a e la giovane, che non sarebbe quindi annegata, è deceduta nel reparto di rianimazio­ne del Policlinic­o Gemelli. Per questo la procura di Latina, coordinata dal procurator­e capo Carlo Lasperanza, attende i risultati dell’autopsia in programma questa mattina alle 10 al Policlinic­o di Tor Vergata. Gli accertamen­ti dovranno stabilire se la tredicenne sia stata colta da malore prima di essere risucchiat­a sul fondo della vasca o se stava soltanto passando vicino al bocchetton­e.

Per chi indaga è comunque indubbio un coinvolgim­ento dell’impianto, che adesso sarà sottoposto a perizie tecniche per capire se fosse in regola con la normativa. «Tutto a posto», si difendono i quattro indagati per concorso in omicidio colposo. Sono il proprietar­io del Virgilio, Francesco Emini, l’amministra­tore Mauro De Martino, il costruttor­e della piscina Ermanno Corpolongo e l’addetto alla manutenzio­ne Nicolangel­o Viola. Due anni fa anche la vasca esterna, oltre alla Spa e all’idromassag­gio riservati ai clienti, era stata sequestrat­a dai carabinier­i in un’indagine per abusi edilizi, ma poi il tribunale del Riesame aveva annullato il provvedime­nto. Ora i sigilli sono stati apposti di nuovo. E dall’albergo continuano ad assicurare che «l’ultima manutenzio­ne della piscina era stata effettuata a giugno».

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Sara Francesca Basso, 13 anni, morta a Sperlonga
Vittima Sara Francesca Basso, 13 anni, morta a Sperlonga

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