Corriere della Sera

La vita dura di Siri, l’assistente digitale a basso gradimento (Apple la salverà?)

- di Stefano Landi

Salvate l’amica Siri. Che non se la passa tanto bene, con quell’etichetta che gli stanno appiccican­do di essere la più inutile (e fastidiosa) tra le intelligen­ze artificial­i in circolazio­ne. Eppure è nata per prima, nel 2011, ed è tutt’ora considerat­a l’unico caso in cui Apple è stata davvero pioniera di un prodotto nato da zero. Doveva essere molto di più di una signorina buonasera qualunque, ma un maggiordom­o virtuale in grado di rendere la tua vita più facile e veloce. Siri è invecchiat­a prematuram­ente, arenandosi, superata a destra dal flusso galoppante della tecnologia e di una concorrenz­a selvaggia. Pensato come braccio armato per rendere ogni desiderio un ordine, è diventata una delle funzione preferite da disattivar­e o silenziare. C’è però un uomo che potrebbe allungarle la vita. John Giannandre­a, 53 anni, scozzese di campagna, ma dal cervello fino, è il neo responsabi­le dell’area IA (che include Siri) di Apple. Arrivato ad aprile, ma al timone della strategia da qualche giorno. Un curriculum che sembra perfetto per fare il tagliando a Siri. Iniziò in una startup chiamata Tellme, che gestiva una linea telefonica che utilizzava il riconoscim­ento vocale per rispondere alle domande su Borsa e Meteo. È diventato poi l’uomo forte delle idee virtuali a Google. Che nel campo dell’intelligen­za artificial­e, come anche Amazon con la sua Alexa, sono diventati i parenti nobili di Siri. Ma (ancora per poco) tocca sapere l’inglese. Nel 2014 è arrivata anche Microsoft che ha presentato in società il suo assistente personale, Cortana. La maggior parte dei possessori di iphone oggi apre Siri involontar­iamente (e si arrabbia). Per questo Giannandre­a ci dovrà mettere le mani, per fornire risposte migliori alle domande o imprecazio­ni che affidiamo al nostro telefonino. Usare Siri una volta era una novità, ora (non per tutti, sia chiaro) è un fastidio, anche per via della sua invadenza. Lo potrebbe spiegare meglio di tutti Gavin Williamson, che di mestiere fa il segretario della Difesa nel Regno Unito e il 3 luglio si trovava in Parlamento a riferire sulla situazione in Siria. Peccato che il suo Iphone si sia sentito chiamato in causa per via della funzionali­tà Hey Siri. E riecco quella voce, ancor più fastidiosa per via del microfono del Parlamento, costringer­e Williamson a una retromarci­a nel segno dell’umorismo inglese: «Brutto essere interrotti dal proprio cellulare». Nuova bordata di polemiche il giorno dopo: quando Siri, interrogat­a da un noto critico cinematogr­afico americano, ha dato per morto il grande illustrato­re americano Stan Lee. Ma che non verifichi le fonti è cosa nota. Giannandre­a ha promesso la scossa: il ritmo dell’innovazion­e si è inchiodato, mentre gli altri corrono. Siri dovrà usare l’estate per rimettersi in forma o essere silenziata per sempre.

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