L’«isola» Varigotti Tra mare e monti l’orgoglio ligure ha l’anima saracena
Case senza spigoli. E spiagge senza ressa
Dal mare Laura Vannucchi riceve i pezzi di legno coi quali costruisce modellini di barche ecologiche.
Ad Anita e Bruno Cerisola, questa distesa di azzurro trasparente e verde bottiglia tra Capo Noli e Finale Ligure porta in dono le sardine pescate col palamito, i cui più antichi esemplari in fasce di legno intrecciate sono esposti nella loro pescheria appena celata dalla Chiesa medioevale di San Lorenzo. Sono i regali del salato e qui assai profondo Tirreno, che Bruno e Rossana Gonella cucinano alla storica La Caravella: Fabrizio De André, Alain Delon, Kevin Kostner, Gino Paoli e Ornella Vanoni hanno gustato tante volte i loro primi piatti. Il loro ristorante pare proprio una barca ormeggiata su questa spiaggia lunga 1,2 km e perfettamente rettangolare, accanto a un romantico campo da tennis in terra battuta che il campione maiorchino Rafa Nadal può soltanto sognare.
I pesci, soprattutto le alici, Siccardi Giobatta nella sua piccola azienda a gestione familiare tra gli orti, gli oleandri colorati, il costone di roccia in dolomia rosa, li destina, come i suoi avi, a barattoli di vetro che poi faranno la gioia a tavola di molti italiani. Le onde e il vento portano invece in dote ai Bagni Nettuno della signora Milena e delle sue figlie, dal lontano eppur vicino 1955, la piacevolezza di una scenografia marittima da cartolina grazie, certamente, alla qualità della sabbia priva di polvere, al beach book crossing, gli ombrelloni fané, ma soprattutto ai villeggianti storici come Ferdinando Garneri che ha insegnato il surf ai ragazzi del posto: tra loro c’è Davide Peluffo, il bagnino, bello e abbronzato come impone il suo salvifico ruolo. Basterebbero già queste prime annotazioni e incontri a spiegare perché a Varigotti, borgo savonese di origine pre romana, poi bizantino, fiorito soprattutto nell’epoca della dominazione saracena, alla quale si deve l’architettura delle case quasi senza spigoli, ora in tinte pastello, la popolazione locale composta da appena 300 anime viva grazie al suo mare.
Al punto che, quando superi le spiagge di Malpasso e della Baia dei Saraceni, e soprattutto ti aggiri a piedi nudi sul molo o intorno alla piazzetta intitolata a Gina Lagorio - qui scrisse «Tosca dei gatti», incantata dai gigli di mare, dalla buganvillea e dalla «roccia che incombe, interrotta nel suo aspro grigio da vivaci apprezzamenti di vigna e di orto, da ulivi, da alberi del pepe e dagli scuri grovigli della macchia mediterranea» — hai la vivida impressione di trovarti su di un’isola che profuma dei limoni coltivati da secoli negli orti protetti da mura antiche. L’aurelia, tracciata per volere napoleonico, dal Conte Chabrol è la linea che divide il mare dai monti, ma unisce l’anima contadina e marinara di questo paese che fu porto del Ponente LIGURIA prediletto da Andrea Doria: da una
Pietra parte ci stanno
Ligure gli ulivi, i terrazzamenti, i muretti a secco più alti di tutta la Liguria, i ponti romani, i sentieri di trekking lungo le vecchie mulattiere che salgono sino all’altipiano delle Manie. Dall’altra, invece, si trova la spiaggia, per il 60% «libera» e il resto coperto da appena tre file di ombrelloni, che parte dall’antico Castrum e arriva sino alle piattaforma rocciosa sottomarina della Ciappa. In mezzo, c’è appunto l’abitato coi carruggi dai quali si insinua il mare, le piazzette in cui i bimbi improvvisano mercatini dei loro giocattoli. Gli abitanti paiono uniti dall’orgoglio e volontà di proteggere il loro gioiello con l’associazione Varigotti insieme, da Domenico Ruffino, produttore di olii raffinati, a Pietro Cassina che sforna focacce squisite. Savona Ci sono poi gli «stranieri», Alessandro Forneris che ha portato qui succhi e insalate bio, Costa Agapitos coi suoi vestiti svolazzanti di greco meltemi, Ofelia Dinu che ha riempito il suo esotico hotel Arabesque di tavoli marocchini, pavoni e musiche orientali, mentre c’è un po’ di Puglia nella cucina elevata e nello stile chic dei Bagni Gallo dello chef Germano Scaramozzi. Tradizione e novità, dunque, come il mare, sempre uguale e sempre nuovo, che dà linfa a Varigotti, l’isola che non è isola.