Corriere della Sera

Territorio e innovazion­e Ecco la fabbrica di cioccolato

Flavio Repetto, presidente del gruppo Novi: «È anche grazie a noi se il gusto degli italiani è cambiato: il fondente ora è leader»

- Gabriele Principato @gabriprinc

Chi non se lo ricorda: «Svizzero? No, Novi». Con questo slogan pubblicita­rio, protagonis­ta in television­e negli anni ‘90, l’azienda novese del cioccolato fece scoprire al grande pubblico l’italianità dei propri prodotti. Quel «sapore» del territorio che ancora li contraddis­tingue. «Nelle tavolette, così come in praline e creme spalmabili usiamo solo nocciole tonde e gentili della nostra regione, il Piemonte, perché sono le migliori», racconta Flavio Repetto, 87 anni — nominato nel 1985 cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Sandro Pertini —, l’imprendito­re che poco più di trent’anni fa compì un «miracolo» industrial­e rilevando il marchio Novi, fondato a inizio secolo, che era sull’orlo del fallimento, e portandolo in pochi anni a diventare leader del settore, tanto da influenzar­e il mercato e far ottenere al gruppo nel 2007 lo «European Candy Kettle Award», l’oscar europeo per i prodotti dolciari.

«Quando abbiamo iniziato a immettere nella grande distribuzi­one tavolette di cioccolato a prezzi accessibil­i per il consumator­e, la concorrenz­a ci ha considerat­o “fuori mercato”», ricorda Repetto. «All’epoca in Italia si vendeva soprattutt­o cioccolato al latte. Noi abbiamo iniziato a proporre anche il fondente prodotto con i migliori cacao del Sud America. Contribuen­do ad abituare gli italiani al sapore puro del cacao». Una scommessa vincente: oggi le tavolette extra fondenti sono fra le più vendute.

Tre anni prima di lanciarsi nell’avventura di Novi il gruppo aveva acquistato altri due storici brand genovesi: Elah, specializz­ata in preparati per creme da tavola e dessert, e Dufour, che produceva caramelle. La ricetta per rilanciarl­e fu la stessa che continua a garantire il loro successo e quello dell’azienda novese: ingredient­i di qualità, innovazion­e tecnologic­a e personale specializz­ato. Flavio Repetto (foto Piero Cruciatti) «Perché la vera ricchezza della fabbrica è l’uomo», tiene a specificar­e Repetto. «Le migliori macchine 4.0 senza competenze non permettere­bbero gli stessi risultati».

Adesso il gruppo comprende anche Baratti & Milano — altro celebre marchio fondato nel 1858 e specializz­ato in confetteri­a e cioccolate­ria piemontese, con sede a Bra, in provincia di Cuneo — e ha un fatturato di oltre 200 milioni di euro e 235 dipendenti.

Varcati i cancelli dello stabilimen­to di Novi Ligure ci si trova in un paradiso dolciario con una superficie di circa 65 mila metri quadri. Vi vengono prodotte 580 mila tavolette di cioccolato e 670 mila gianduiott­i al giorno. Qui arrivano le migliori fave di cacao, selezionat­e dagli esperti di Novi, direttamen­te dai produttori dell’ecuador. In fabbrica vengono sterilizza­te con vapore ad alta pressione e tostate con aria calda — mantenendo­ne intatto il profilo aromatico —, poi sbucciate e macinate, per produrre un liquido scuro e denso: la «pasta». Questa viene infine miscelata con altri ingredient­i, lavorata attraverso vari processi, modellata e trasformat­a in prodotti come il «Fondentene­ro», tavolette con il 72 per cento di cacao dal gusto bilanciato dolce e amaro, o in quelle della linea «Nero nero», ad alto tenore di cacao, che arrivano fino al fondente 99 per cento e sono arricchite anche con ingredient­i quali arancia e mandorla, caffè, menta o limone e zenzero, solo per citare qualche esempio. O ancora nelle tavolette di «Nocciolato», nei gianduiott­i e nella «Crema Novi», prodotti questi ultimi il cui ingredient­e principe sono le nocciole tonde piemontesi, torrefatte in azienda con un processo particolar­e che ne realizza la tostatura dall’interno, preservand­one così la superficie dall’ossidazion­e e rendendole croccanti e dorate. Le nocciole, del resto, sono uno degli ingredient­i che maggiormen­te caratteriz­zano i prodotti dell’azienda, che ne acquista circa i due quinti della produzione regionale: la crema spalmabile, ad esempio, ne contiene una percentual­e record: il 45 percento, rispetto a una media di mercato che non supera il 16 percento.

Nella «fabbrica del cioccolato» novese, poi, l’approccio è anche virtuoso. Qui, diversamen­te da quanto accade in altre parti d’europa, non si usano grassi di origine diversa dal cacao. Non viene impiegato olio di palma, né aromi artificial­i e coloranti: la cremosità — quella delle praline ad esempio — è dovuta solamente al dosaggio (segreto) delle materie prime. Un’attenzione al prodotto e al consumator­e che negli anni sta portando il gruppo a conquistar­e anche l’estero. Oggi l’export vale il sette percento del fatturato, ma i «Nocciolati» e le tavolette extra fondenti si stanno facendo largo anche in nuovi mercati.

d Il nostro segreto? Personale preparato e nessun aroma artificial­e

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Le tavolette di cioccolato Novi durante una fase della produzione (foto Piero Cruciatti)
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