Corriere della Sera

Thierry e la vita di Marguerite Duras

L’attrice francese nella pellicola tratta dai diari della scrittrice: «Una donna che soffriva»

- Valerio Cappelli

in apparenza». Cioè? «Essendo una scrittrice, ha una sorta di eccitazion­e nella sofferenza, la usa nelle sue pagine. Allo stesso tempo c’è una seconda Marguerite, nel senso che lei rappresent­a tutte le donne. È lo stile di Marguerite Duras negli anni 80, ma il racconto si riferisce a quando, durante la guerra, era giovane, non famosa, e non veniva presa sul serio dagli editori. In questo senso abbiamo fatto un adattament­o, non è un film biografico».

Mélanie, lei bruciò le tappe. «Ero una teenager e ho cominciato per caso. La mia fortuna è stata aver fatto qualche pubblicità con grandi fotografi come Peter Lindbergh e Paolo Roversi. Sono molto minuta di statura, non avrei potuto fare seriamente la modella. Era per divertirmi. Tornatore vide le mie foto e mi chiamò per un provino. Nel film rappresent­avo l’immagine della purezza, ricordo che sia io che lui non parlavamo inglese e per comunicare c’era un interprete. Pensavo fosse un’esperienza breve, a 16 anni non pianifichi la tua vita. All’inizio era tutto nuovo e incredibil­e. Poi ci prendi gusto, vedi che hai talento, migliori. E continui. Subito dopo mi chiamò Ricky Tognazzi per Canone inverso, poi più niente dall’italia. Mi spiace, reciterei subito per Garrone e Moretti».

Dicevano: Mélanie, la femme fatale del cinema francese. «Uno slogan vuoto, e vuoto è il significat­o di quelle parole. Non voglio esserlo, per il modo in cui vedo il Intensa Mélanie Thierry (36 anni) in una scena di

«La Douleur» di Emmanuel Finkiel, ambientato nella Francia collaboraz­ionista mondo». La sua carriera sembra fatti di alti e bassi... «È vero, un anno è rosa e l’anno dopo è scuro, sono più felice di quello che ho fatto che delle occasioni mancate».

Chi ama, dei tanti attori suoi connaziona­li? «Depardieu può essere un mostro per le sue esternazio­ni, ma è anche un mostro sacro. Tra le donne, Catherine Deneuve, oggi a lei non importa affatto di essere stata bella. È solo generosa: con le giovani attrici e con gli spettatori. E poi, come Gérard, ha il coraggio di andare controcorr­ente». Si riferisce alla sua rivendicaz­ione secondo cui, nel dopo Weinstein, gli uomini devono essere liberi di sedurre? «Sì, quello che sta succedendo per abbattere discrimina­zioni e abusi era necessario, ma Catherine ha tolto il coperchio alla retorica e all’ipocrisia. C’è una verità in quello che ha detto. Vedo troppa violenza verbale e poco equilibrio. Io non penso che dobbiamo fare ogni giorno un processo agli uomini». ● Il suo romanzo bestseller, nonché opera autobiogra­fica, è stato «L’amante» pubblicato nel 1984

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 ??  ?? L’autrice ● Scrittrice e regista Marguerite Duras (foto), pseudonimo di Marguerite Germaine Marie Donnadieu, era nata a Saigon nel 1914. È morta a Parigi nel 1996
L’autrice ● Scrittrice e regista Marguerite Duras (foto), pseudonimo di Marguerite Germaine Marie Donnadieu, era nata a Saigon nel 1914. È morta a Parigi nel 1996

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