Corriere della Sera

dei numeri 10

Il bambino della Francia sogna solo la vittoria «Altro che Pallone d’oro Io voglio questo titolo»

- Paolo Tomaselli

MOSCA Bisognereb­be impacchett­are l’aria che si respira allo stadio in quel preciso momento e rivenderla come «profumo di futuro», un prodotto che non tradisce mai. Si percepisce distintame­nte quando il numero 10 con la maglia della Francia prende palla. E ha davanti a sé lo spazio e il tempo per ripetere la fuga verso l’area a folle velocità, come ha fatto contro l’argentina di Messi, quando si è svelato al mondo. Si sente quel misto di emozione e stupore che accompagna un fenomeno di 19 anni e mezzo, per il quale tutto sembra ancora possibile. E allora lo slogan della nuova rivoluzion­e francese non può che essere uno solo: «Liberté, Égalité, Kylian Mbappé».

«Ho capito di essere diventato davvero qualcuno quando mi hanno criticato perché non segnavo da due partite...» ha detto nelle scorse settimane l’attaccante pagato 180 milioni dal Paris Saint Germain un anno fa. E in effetti l’intervallo di tempo tra la doppietta negli ottavi — che lo ha fatto diventare l’unico under 20 della storia a riuscirci dopo Pelé — e la finale di domani contro la Croazia, sembra già un’eternità: «Mbebé», come lo chiamavano da ragazzino per i suoi attacchi isterici quando le cose non andavano bene, ha esultato per i gol di due difensori, Varane e Umtiti contro Uruguay e Belgio e per la papera di Muslera, sempre contro la Celeste. Ma adesso tocca di nuovo a lui.

«Non ho parole. Neanche nei miei più grandi sogni avrei immaginato questo — ha detto Kyky dopo la vittoria sul Belgio — e io sono un grande sognatore, ve lo assicuro. È inimmagina­bile. È il sogno di una vita, di una futura vita, di tutto. Non ho segnato? Io voglio aiutare la squadra, è l’unica cosa che mi interessa. Me ne frego del Pallone d’oro. Io voglio il Mondiale». E che non siano parole di circostanz­a, lo testimonia un fatto che non è passato inosservat­o: il ragazzino aveva detto le stesse cose a L’equipe il 15 giugno, prima di mettere piede in campo.

Nonostante qualche dolorino alla schiena, Mbappé è pronto a tenere sulle spine anche la difesa croata a ogni accenno di contropied­e. E magari ad andare oltre quell’assist di tacco per Giroud, comunque delizioso ed efficace, esibito in una semifinale di applicazio­ne e sacrificio. «Io mi diverto e basta, i sacrifici li fa chi si alza al mattino per lavorare...» ha raccontato Kylian, che devolverà i premi del Mondiale, attorno a mezzo milione di euro, in beneficenz­a. Bravo, buono e maturo, il ragazzo che l’anno scorso è arrivato settimo al debutto nella lista del Pallone d’oro, ha un solo vero punto debole: «Non ama sentirsi dire che è giovane — sorride Umtiti —. Per farlo arrabbiare a volte gli diciamo che ha 15 anni...». «Non ho l’età» non è certo la canzone giusta per Mbappé. E pazienza se è nato il 20 dicembre, proprio come Gigliola Cinquetti che la cantava. Il futuro per lui, è adesso.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy