Supertecnologia Sky per evitare qualsiasi sorpresa
Il «servizio informazioni» del team inglese per conquistare un Tour segnato dagli incidenti
CHARTRES Il tempo di fare la doccia e Marcus Burghardt — roccioso gregario tedesco di Peter Sagan — mette subito le mani avanti via Twitter: «Vi capisco ragazzi: oggi davanti alla tv vi siete annoiati a morte. Ma per il nostro recupero questa tappa è stata fondamentale dopo quelle stressanti dei giorni scorsi e in vista di quelle che verranno. Ci fosse stato un po’ di vento, vi assicuro vi sareste divertiti».
Ma il vento non si è alzato e, secondo autorevoli specialisti di noia ciclistica (al Tour ci sono esperti in ogni settore), la Fougères-chartres di ieri è stata la frazione più soporifera dal 2007 a oggi: 231 chilometri al rallentatore, due fughe telefonate e, contentino, l’olandese Dylan Groenewegen che ha spezzato la monotonia della prevedibile volata tra Nando Gaviria (secondo) e Peter Sagan (terzo). Lo sprinter della Lotto Jumbo, che lo scorso anno trionfò sui Campi Elisi, ha talento e potenza enormi ma, per bucare lo schermo, gli mancano presenza e parlantina dei due grandi rivali. Si farà.
In corsa intanto tiene banco la polemica per i secondi persi giovedì dai favoritissimi Bardet e Dumoulin, entrambi appiedati da incidenti meccanici e mal soccorsi dalla vettura neutra e dalle ammiraglie nel polverone del Mûr de Bretagne. Con tappe sempre più frenetiche, l’assistenza in tempo reale agli atleti è ancora più complessa: i distacchi importanti in classifica generale nelle prime sette tappe del Tour sono tutti nati da incidenti e non da défaillance fisiche.
Le comunicazioni rappresentano un problema per tutti. Quasi tutti. Il Team Sky non può tollerare le radioline che gracchiano, la mancanza di campo telefonico, i corridori abbandonati alla deriva. E per questo ha fatto costruire e istallare in ogni suo mezzo (dalle ammiraglie ai van di servizio) un diabolico aggeggio che si chiama Dejero Gateway. Trattasi di un costosissimo scatolotto farcito con ben 12 schede «sim» che grazie a una rete di ricevitori/ripetitori piazzati sul territorio se ne infischia della mancanza di segnale telefonico, cronico Sprinter L’olandese Dylan Groenewegen, 25 anni, vince di forza la volata sul traguardo di Chartes (Ap) problema delle campagne francesi. Ogni richiesta sussurrata dai corridori (forse anche le informazioni dei loro computer di bordo, anche se il regolamento non lo permetterebbe), ogni allarme lanciato dalla muta di osservatori che precedono la corsa, ogni cambiamento di direzione del vento oltre ai segnali video in alta definizione della tv viene analizzato da tale Scott Drawer (il sito di Sky lo presenta nientepopodimeno che come «leader di un’équipe di pensatori a caccia di nuove frontiere nello sport») che li smista a chi di dovere.
Il diabolico meccanismo vedrà il suo supremo momento di gloria nella Arras-roubaix di domani: per la sua antistorica irrazionalità, la tappa che soldatini e generali britannici temono più di quelle di alta montagna.