Corriere della Sera

«Sorprendo me stesso quando faccio certe cose Io esploro le possibilit­à»

«La pace con Rossi? Ho chiesto scusa, dipende da lui»

- Alessandro Pasini

SACHSENRIN­G Ma è vero che a 300 all’ora in moto ogni tanto vengono pensieri strani? Il Joker ci pensa su un attimo, poi sghignazza: «Come no! Ma mica sono pensieri tecnici». Ah no, e cosa allora? «Senta questa. A Austin in aprile ero ormai nettamente primo e a tre giri dalla fine la mente ha cominciato a vagare. A un certo punto, in piena piega, mi domando: ma i miei amici avranno prenotato alla churrascar­ia brasiliana o no?».

Allora è vero che Marc Marquez gioca con gli avversari...

«Calma. Pensieri matti così vengono a tutti i piloti. E io non gioco mai. L’hanno detto anche dopo Assen: ma secondo lei io mi diverto a stare in un gruppone così incasinato e pericoloso?»

Lei che dice?

«Ovvio che no. A voi sembra divertimen­to ma è una grande fatica».

Intanto qui al Sachsenrin­g, dove vince dal 2010, dicono che passeggerà.

«E io mi tappo le orecchie. Il rischio è pensarla come la gente. E se pensi che è facile è la fine».

Ha ammesso però che con 41 punti sul secondo sente meno pressione...

«A me piace rischiare. Così se ho un po’ di margine in più sono più tranquillo».

Anche se il Marc selvaggio di una volta non c’è più.

«Ho imparato la lezione del 2015. Col mio stile avevo vinto due Mondiali, poi all’improvviso ho perso. Ho ragionato e ho capito che era sbagliato puntare solo a vincere e che un podio è sempre prezioso. Chiamiamol­a esperienza. Oggi so già che certi errori che sto facendo tra 3-4 anni non li farò più. È un processo di crescita infinito».

Si rende conto che sta riscrivend­o la storia?

«Più o meno sì, dai, ma sinceramen­te io non penso ai record o a cose come il più grande di sempre. La mia idea a inizio stagione è solo una: devo vincere sennò è un disastro. Punto. E per fare questo do tutto e cerco le condizioni migliori».

Tipo la Honda...

«So cosa sta pensando: perché non cerco nuove sfide con altre moto? Io però non credo che il cambio determini il vero campione. E per ora non ci penso. Che poi va bene la Honda, ma io non vedo gli altri hondisti vicini a me in classifica...».

È vero che cade apposta per capire i suoi limiti?

«Cadere apposta no. Diciamo che esploro possibilit­à. Come quando tocchi una pentola per sentire se è calda. Ti scotti e non la tocchi più».

Non si contraddic­e con la ricerca della lucidità di cui parlava prima?

«Infatti. Il mio problema è il dna! Io sono sempre in lotta con il mio sangue che mi porta ad andare oltre».

Ma come fa ad alzare la moto quando è già spiattella­to al suolo? Era un gatto nella vita precedente?

«Può darsi. Io comunque non so come faccio. È istinto puro. Perché uno quando inciampa e cade mette le mani in avanti? È natura. Ma guardi che nessun pilota ha spiegazion­i per tutto».

Nel 2019 avrà Lorenzo come compagno. Teso?

«Per niente. Uno molto forte con la tua stessa moto chiarisce tante cose: chi perde non ha scuse. E poi ogni sportivo vuole battere i più forti. Sono contento che arrivi».

Addirittur­a?

«Secondo lei Messi si diverte di più a dribblare i bambini al parco o Sergio Ramos? A nessun grande piace vincere facile».

Certo Pedrosa era meglio...

«Il suo ritiro mi spiace molto. È stato un eroe per noi bambini spagnoli che iniziavamo. L’ha fregato il fisico».

Rossi a 39 anni invece continua ancora.

«E io mi chiedo come faccia. Perché il fisico si può allenare, ma le testa, le motivazion­i, la capacità di gestire gare, media, pressioni, quelle no. Pazzesco. Lo ammiro molto».

Tornerà la pace fra voi?

«Non dipende da me. Dopo il 2015 avevamo risolto. Poi in Argentina c’è stato quel problema in gara, gli ho chiesto scusa e sono stato anche penalizzat­o. Più di così che devo fare?».

Quanto incide il talento naturale nel fenomeno Marquez?

«Direi non più del 40%. Il resto è lavoro. Qui c’è chi ha più talento di me o Vale in certe situazioni, ma per essere i migliori ovunque serve altro».

Sta andando a vivere da solo.

«Prima o poi dovevo, ma non è un grande salto. Resto a Cervera, la mamma è a 5 minuti: senza i suoi maccheroni e le sue lumache alla catalana non vivo».

Come molti suoi colleghi sente la forza delle radici.

«Sono fondamenta­li. La mia terra, i miei amici. Con loro non si parla di moto e mi trattano alla pari. Fuori invece non so mai se la gente è sincera o no».

È questa la vita che sognava a 10 anni?

«No! Questo è mooolto di più. Io sognavo solo di essere come i piloti in tv. Mi sarebbe bastato correre. E invece...».

Ma poi, una curiosità: qui in Sassonia come sarà il churrasco?

«Sa che non lo so? Ora mi informo».

d Su Lorenzo Uno molto forte con la tua stessa moto chiarisce tante cose: chi perde non ha scuse

E poi c’è più gusto a battere i più forti

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Le cadute Nelle prove non le faccio apposta, ma cerco il limite: è come toccare una pentola calda, se sai che ti scotti non lo farai più

d Vita da solo Finalmente lascio casa dei miei, però mamma è a 5 minuti Senza i suoi maccheroni e le sue lumache alla catalana non vivo

 ?? (Afp) ?? In fuga Marc Marquez, 25, è leader del Mondiale a +41 su Valentino Rossi. Ha vinto 4 titoli nella Motogp, uno in Moto2 e uno in 125
(Afp) In fuga Marc Marquez, 25, è leader del Mondiale a +41 su Valentino Rossi. Ha vinto 4 titoli nella Motogp, uno in Moto2 e uno in 125

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