Il ruolo di Moavero Così ha aiutato il capo del governo a uscire dall’ombra
Il ministro degli Esteri in asse col premier ha lavorato alla lettera ai partner europei
Adesso non è più Salvini contro tutti, adesso è il governo che chiama in causa l’europa, chiede un’assunzione di responsabilità unitaria immediata del dramma delle migrazioni e ottiene un primo, inconfutabile risultato. «Finalmente l’italia inizia ad essere ascoltata davvero» esce dall’ombra Giuseppe Conte annunciando, alle otto di sera, l’esito positivo del pressing italiano.
«Volere è potere, io non mollo» esulta su Facebook un Salvini molto soddisfatto per un risultato che non ha esitato a definire «storico». E il presidente del Consiglio in modalità social si prende la sua parte di merito. Parlando su Facebook in prima persona, l’«avvocato del popolo» accredita «scambi telefonici e scritti con i 27 leader europei». Difficile che sia bastato l’sms al presidente Emmanuel Macron, ma intanto la Francia come Malta accoglierà 50 migranti. Spagna e Portogallo potrebbero fare altrettanto, stabilendo un precedente importante e realizzando per la prima volta l’unità e la «solidarietà concreta» auspicate dall’italia. Più restìa la Germania, visto che alle 21.30 Conte non era ancora riuscito a parlare con Angela Merkel.
Evidente lo sforzo del premier di smantellare l’immagine di un capo di governo ridotto a portavoce dei due principali azionisti del governo. La vicenda non è finita e c’è sempre il rischio di una drammatica escalation di partenze e arrivi a tenere alte le preoccupazioni. Eppure ieri a Palazzo Chigi si respirava un’aria quasi euforica, generata dalla convinzione di aver fatto la cosa giusta.
Prima la decisione di Salvini di trasbordare i migranti su due navi militari, come anticipato dal Corriere. Poi la «lunga e cordiale» telefonata con il premier, in cui il ministro dell’interno ha insistito sulla necessità di tenere chiusi i porti italiani. Infine la missiva del premier ai presidenti del Consiglio e della Commissione europei, Donald Tusk e Jean-claude Juncker, per spronarli a dare seguito immediato alle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno. Una novità, perché la prassi consolidata vuole che i leader della Ue si mettano in moto solo nel medio, lungo periodo.
La lettera, con cui l’italia ha posto l’aut aut ai partner europei incassando la prima vittoria, è nata fra Palazzo Chigi, il Viminale e la Farnesina e sotto l’occhio attento del Quirinale. Tra le righe si intravede la mano esperta di meccanismi europei del ministro Enzo Moavero Milanesi, che per ore ha limato le virgole del testo in asse con Conte.
A incassare il dividendo in termini di consensi sarà prima di ogni altro Salvini, ma il premier e i ministri hanno ringraziato Moavero per il successo dell’iniziativa diplomatica. L’inquilino della Farnesina ha avuto un ruolo chiave di ideazione e mediazione. Sua la scelta di un passo formale che, pur evitando strappi e temperando le forzature salviniane, esprimesse l’urgenza di una accelerazione e mettesse l’europa alla prova della coerenza.
Luigi Di Maio approva, Danilo Toninelli pronostica lunga vita all’esecutivo e la soddisfazione investe anche la capacità comunicativa del governo. Oltre ad aver segnato un primo punto in Europa, Conte ha voluto mostrare sul piano interno concretezza e tempismo, nel tentativo di riequilibrare l’immagine di un governo tutto parole al vento e gesti dimostrativi. Smussata da intemperanze e accessi verbali, la «linea della fermezza» del vicepremier leghista è ora la stessa dell’esecutivo. «Non possiamo mostrare debolezze», ha insistito Salvini, prendendosi il merito di «oltre 27 mila sbarchi in meno» rispetto allo scorso anno. In questo quadro riveste un’importanza strategica il fatto che una parte dei migranti sia stata trasbordata sul pattugliatore Protector, che appartiene alla missione Ue Frontex. Per il Viminale «è un precedente fondamentale», perché rende visibile come il soccorso sia un affare comunitario. Al Viminale però l’allarme rosso resta. Scafisti e trafficanti di anime hanno ripreso i loro affari con barconi di grandi dimensioni, capaci di ospitare centinaia di disperati. La frequenza degli arrivi ha quasi il sapore di una sfida, tanto che il ministero dell’interno ha coinvolto i servizi per analizzare il problema.
La voce unica
La linea della fermezza del Viminale è diventata così quella dell’intero governo