Di Maio: bonus per rendere i contratti stabili
Boccia (Confindustria): la causale è un errore. Decreto Dignità, audizione per il presidente Inps
«Bonus per stabilizzare i contratti»: il ministro del Lavoro Luigi Di Maio interviene su La7. Gli replica il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: «La causale è un errore». Oggi il presidente del’inps Tito Boeri davanti alla Commissione della Camera.
«Ci saranno incentivi per stabilizzare i contratti». L’annuncio di Luigi Di Maio arriva insieme alla notizia che le audizioni sul decreto legge «Dignità» nelle commissioni Lavoro e Finanze della Camera cominceranno probabilmente già oggi e che tra i primi a essere convocati ci sarà anche il presidente dell’inps Tito Boeri. Il dirigente preso di mira da Luigi Di Maio per l’affaire della stima degli 8 mila posti di lavoro che si perderebbero con il decreto.
Una relazione tecnica contestata dal ministro del Lavoro, che ancora ieri è tornato sulla questione. Da una parte ribadendo che, «come ben sapete, la legge non ci consente di rimuoverlo» fino a fine mandato, ovvero a febbraio 2019. Dall’altra, annunciando che «quando ci sarà il rinnovo, terremo conto che Boeri non è in linea con questo governo. Lui ci deve fornire i dati non le opinioni negative». Per poi aggiungere: «Se si voleva trovare nella relazione tecnica il numerino per fare polemica e spaventare gli italiani, non ci sono riusciti». È la «manina» che sarebbe intervenuta per mettere in difficoltà i 5 Stelle. Complotto? «Se Luigi ha detto complotto — spiega Roberto Fico — io gli credo».
Ma sulla questione interviene anche il premier Giuseppe Conte: «Il decreto dignità mira a combattere il precariato e l’abuso di contratti a tempo determinato. Le premesse che parlano di aumento di disoccupazione mi sembrano destituite di plausibilità».
Boeri non ci sta, parla di «negazionismo economico» e al passo indietro non ci pensa neanche. Anche lo opposizioni attaccano. Per Mara Carfagna non c’è nessuna manina, perché «leggendo l’articolo 14 del decreto si parla di minori entrate fiscali e la ragione è proprio che ci saranno meno posti di lavoro». Intanto protesta il Pd, con Debora Serracchiani, chiedendo tempi più lunghi per la presentazione degli emendamenti e per le audizioni. Ma alle critiche si associa anche Fdi, mentre Gabriella Giammanco considera «ridicola» l’idea del complotto.
Di Maio dà qualche dettaglio sulle modifiche al decreto: «Vogliamo intervenire sia sugli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato sia, a fine anno, sul costo del lavoro. Quindi vogliamo aiutare le imprese a pagare di meno i contratti». Poi, a Bersaglio Mobile su La7, risponde a Enrico Mentana e conferma: «In sede di conversione del decreto inseriremo incentivi per stabilizzare i contratti». Quanto alla questione Inps, «è ancora da chiarire. Il numero degli 8 mila posti di lavoro non ha fondamento scientifico. Il nostro decreto non mira a creare più lavoro, ma a creare più diritti. Poi mi impegnerò per diminuire la burocrazia e favorire gli investimenti». Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, commenta: «Condividiamo i fini, non le modalità. Ridurre la durata massima dei contratti potrebbe favorire il turnover. Anche a me la previsione dell’inps, di 8 mila posti a termine in meno, pare eccessiva. Il problema non toccherà tanto l’occupazione quanto il turn over. Perché il problema vero è la causalità dei contratti, che è un errore». Di Maio, però, ribadisce: «La causale serve». Boccia poi chiede a Di Maio: «Si confronti con noi, sul decreto dignità non è stato fatto».