Corriere della Sera

Pizzarotti candidato in Emilia, la tentazione pd

Il sindaco ex grillino in lizza se il governator­e Bonaccini corre per la segreteria

- Olivio Romanini

BOLOGNA Ci sono molte palle che devono andare in buca per arrivare al risultato finale ma a vari livelli, nelle file del centrosini­stra emiliano ammaccato dalla sberla elettorale del 4 marzo, si valuta un’opzione clamorosa: candidare a presidente della Regione l’anno prossimo Federico Pizzarotti, l’ex Cinque Stelle (ed ex grande avversario) sindaco di Parma.

La prima e più importante circostanz­a che si deve verificare è quella che riguarda il governator­e Stefano Bonaccini: è pronto, e non da oggi, a correre per la segreteria nazionale del Pd ma lo farà solo se si determiner­anno le condizioni politiche. Quali? Un’impasse tra i candidati già in campo, a partire da Nicola Zingaretti, che favorisca un ampio consenso sul suo nome. Ha un profilo istituzion­ale perché oltre che governator­e è presidente della Conferenza Stato-regioni ed è il più alto in grado del centrosini­stra in Italia in questo momento di sbandament­o. Solo con Bonaccini a Roma si potrebbe aprire l’operazione Pizzarotti, al suo secondo mandato da sindaco di Parma dopo essersi mangiato il centrosini­stra e i Cinque Stelle un anno fa alle Amministra­tive.

L’operazione, per quanto possa apparire spregiudic­ata, ha una sua logica politica. Pizzarotti, uno dei pochi che ha portato avanti una sua traiettori­a anche lontano dai Cinque Stelle, ha fondato una lista che si chiama L’italia in Comune e sta mettendo insieme diversi sindaci in Italia. Una sua candidatur­a potrebbe riportare al Pd molti consensi in uscita, anche di ex militanti ed elettori dei Cinque Stelle. E potrebbe addirittur­a infiltrare una parte del Movimento che a Bologna ha avuto il suo inizio, nel lontano 2007: alle ultime Politiche è stato di poco il primo partito ma sulla via Emilia ha lasciato per strada tanti ex attivisti e ha avuto un numero record di espulsi tra i militanti della prima ora.

I democratic­i, poi, compierebb­ero un gesto politico notevoliss­imo lasciando a un candidato civico la Regione rossa per eccellenza, l’ex granaio di voti del centrosini­stra italiano.

Tra l’altro, per la prima volta nella storia, anche l’emilia potrebbe diventare contendibi­le soprattutt­o se la maggioranz­a giallo-verde che governa il Paese dovesse convergere su un solo candidato visto che si vota con un turno unico. La carta Pizzarotti potrebbe infine servire per ricompatta­re il centrosini­stra e per ricucire con un mondo civico che anche in Emilia ha voltato le spalle al Pd. Il lavoro sotto traccia è cominciato da tempo e Pizzarotti era a Bologna qualche giorno fa, assieme al primo cittadino del capoluogo Virginio Merola e ai pochi sindaci vincenti del centrosini­stra alle ultime Amministra­tive, a parlare di civismo e di futuro. Bonaccini ha ottimi rapporti con lui e consigliò riservatam­ente al centrosini­stra di Parma di non presentars­i e di appoggiarl­o alle Amministra­tive dell’anno scorso ma non lo ascoltaron­o. Merola fece molto di più, e disse pubblicame­nte che il Pd doveva appoggiare Pizzarotti.

I tempi allora non erano maturi ma adesso, soprattutt­o dopo il 4 marzo, è cambiato il mondo. E quello che sembrava politicame­nte impossibil­e potrebbe diventare probabile. Devono solo infilarsi le palle in buca e bisogna aspettare il tempo giusto.

@olivioroma­nini Le tappe

● Nel 2019 si voterà per la Regione Emilia Romagna, storica cassaforte di voti della sinistra

● Il governato-re uscente Bonaccini potrebbe non ricandidar­si per puntare alla segreteria del Pd

● In tal caso, il sindaco ex M5S di Parma Pizzarotti potrebbe essere il profilo civico giusto per consentire al Pd di tentare la riconferma alla Regione

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Sintonia Federico Pizzarotti, 46 anni (a sinistra), primo cittadino di Parma, con il collega di Bologna Virginio Merola, 63 anni
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