Pizzarotti candidato in Emilia, la tentazione pd
Il sindaco ex grillino in lizza se il governatore Bonaccini corre per la segreteria
BOLOGNA Ci sono molte palle che devono andare in buca per arrivare al risultato finale ma a vari livelli, nelle file del centrosinistra emiliano ammaccato dalla sberla elettorale del 4 marzo, si valuta un’opzione clamorosa: candidare a presidente della Regione l’anno prossimo Federico Pizzarotti, l’ex Cinque Stelle (ed ex grande avversario) sindaco di Parma.
La prima e più importante circostanza che si deve verificare è quella che riguarda il governatore Stefano Bonaccini: è pronto, e non da oggi, a correre per la segreteria nazionale del Pd ma lo farà solo se si determineranno le condizioni politiche. Quali? Un’impasse tra i candidati già in campo, a partire da Nicola Zingaretti, che favorisca un ampio consenso sul suo nome. Ha un profilo istituzionale perché oltre che governatore è presidente della Conferenza Stato-regioni ed è il più alto in grado del centrosinistra in Italia in questo momento di sbandamento. Solo con Bonaccini a Roma si potrebbe aprire l’operazione Pizzarotti, al suo secondo mandato da sindaco di Parma dopo essersi mangiato il centrosinistra e i Cinque Stelle un anno fa alle Amministrative.
L’operazione, per quanto possa apparire spregiudicata, ha una sua logica politica. Pizzarotti, uno dei pochi che ha portato avanti una sua traiettoria anche lontano dai Cinque Stelle, ha fondato una lista che si chiama L’italia in Comune e sta mettendo insieme diversi sindaci in Italia. Una sua candidatura potrebbe riportare al Pd molti consensi in uscita, anche di ex militanti ed elettori dei Cinque Stelle. E potrebbe addirittura infiltrare una parte del Movimento che a Bologna ha avuto il suo inizio, nel lontano 2007: alle ultime Politiche è stato di poco il primo partito ma sulla via Emilia ha lasciato per strada tanti ex attivisti e ha avuto un numero record di espulsi tra i militanti della prima ora.
I democratici, poi, compierebbero un gesto politico notevolissimo lasciando a un candidato civico la Regione rossa per eccellenza, l’ex granaio di voti del centrosinistra italiano.
Tra l’altro, per la prima volta nella storia, anche l’emilia potrebbe diventare contendibile soprattutto se la maggioranza giallo-verde che governa il Paese dovesse convergere su un solo candidato visto che si vota con un turno unico. La carta Pizzarotti potrebbe infine servire per ricompattare il centrosinistra e per ricucire con un mondo civico che anche in Emilia ha voltato le spalle al Pd. Il lavoro sotto traccia è cominciato da tempo e Pizzarotti era a Bologna qualche giorno fa, assieme al primo cittadino del capoluogo Virginio Merola e ai pochi sindaci vincenti del centrosinistra alle ultime Amministrative, a parlare di civismo e di futuro. Bonaccini ha ottimi rapporti con lui e consigliò riservatamente al centrosinistra di Parma di non presentarsi e di appoggiarlo alle Amministrative dell’anno scorso ma non lo ascoltarono. Merola fece molto di più, e disse pubblicamente che il Pd doveva appoggiare Pizzarotti.
I tempi allora non erano maturi ma adesso, soprattutto dopo il 4 marzo, è cambiato il mondo. E quello che sembrava politicamente impossibile potrebbe diventare probabile. Devono solo infilarsi le palle in buca e bisogna aspettare il tempo giusto.
@olivioromanini Le tappe
● Nel 2019 si voterà per la Regione Emilia Romagna, storica cassaforte di voti della sinistra
● Il governato-re uscente Bonaccini potrebbe non ricandidarsi per puntare alla segreteria del Pd
● In tal caso, il sindaco ex M5S di Parma Pizzarotti potrebbe essere il profilo civico giusto per consentire al Pd di tentare la riconferma alla Regione