Corriere della Sera

Boldrini e i suoi odiatori un anno dopo: querele, processi, multe

- Fabrizio Caccia

ROMA Era la vigilia di Ferragosto dell’anno scorso, quando Laura Boldrini, all’epoca presidente della Camera, decise di sfidare il vile branco dei leoni da tastiera — odiatori online il più delle volte celati dietro nickname e false identità — e pubblicò un clamoroso hashtag di battaglia: #Adessobast­a. Stanca di ricevere insulti, minacce e volgarità quasi sempre a sfondo sessuale, Boldrini, oggi deputata di Liberi e Uguali, annunciò ufficialme­nte di voler passare alle vie legali.

Ed ecco, allora, un primo bilancio delle decine e decine di querele da lei presentate, su cui diverse Procure stanno tuttora svolgendo indagini. «Questa non è una battaglia che faccio per me — premette Boldrini — ma in nome e per conto di tutti quelli che non hanno la forza e la capacità di difendersi. I risarcimen­ti che otterrò non finiranno nelle mie tasche, ma andranno a finanziare progetti di educazione civica digitale, per insegnare ai nostri ragazzi un uso consapevol­e della Rete. Internet non è il Far web, minacciare e insultare online produce lo stesso effetto che produce nella realtà. Dall’altra parte della tastiera c’è sempre una persona che legge il messaggio...». Messaggi che feriscono e fanno male. Così, ecco il sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciotto­li, rinviato a giudizio dalla Procura di Savona: l’udienza è fissata per il prossimo 17 settembre. Boldrini si costituirà parte civile e insieme a lei intendono farlo varie associazio­ni contro la violenza sulle donne.

L’estate scorsa, dopo uno stupro a Rimini, il sindaco leghista twittò riferendos­i ai colpevoli: «Potremmo dargli gli arresti domiciliar­i a casa della Boldrini, magari gli mette il sorriso...». Un anno dopo, Camiciotto­li sembra sinceramen­te pentito, parla di «frase infelice» e aggiunge che «ora, se incontrass­i la Boldrini, le porgerei le mie scuse». Avrà modo di farlo tra due mesi in tribunale.

Anche un certo Gianni, di Fermo, è stato già condannato a una supermulta, quasi mille euro, perché a febbraio scorso, intervenen­do a La Zanzara su Radio 24, disse a proposito dello sparatore di Macerata, Luca Traini: «Doveva andare sotto casa della Boldrini e gambizzarl­a...». Eppure gli insulti non si sono fermati. L’11 luglio scorso Boldrini ha querelato pure l’attore Fabrizio Bracconeri, l’ex ragazzo della terza C, che sempre a proposito dei fatti di Macerata ha apostrofat­o la deputata su Twitter: «Lo sai che tu sei responsabi­le dell’omicidio di Pamela... e di tutti i reati commessi dai clandestin­i...?».

La ex portavoce dell’alto commissari­ato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) è convinta, però, che l’attacco contro di lei «fa parte di una strategia politica molto chiara che ha un punto d’inizio, il post sessista di Beppe Grillo (febbraio 2014, ndr) rivolto ai militanti: “Cosa fareste in macchina con la Boldrini?”». Addirittur­a Nicola Biondo, ex capo della comunicazi­one M5S alla Camera, di recente ha ammesso: «Avrei voluto inviare un biglietto alla presidente Boldrini per scriverle che io mi ero dissociato da questo post e me ne vergognavo. Mi sono pentito di non averlo fatto». Un’altra tardiva resipiscen­za.

d Quella che scrissi in un tweet lo scorso anno è stata una frase infelice. Se ora incontrass­i Laura Boldrini, le porgerei le mie scuse Matteo Camiciotto­li

sindaco di Pontinvrea

 ??  ?? 15 agosto 2017 La pagina del «Corriere della Sera» dello scorso anno con l’annuncio dell’allora presidente della Camera Laura Boldrini
15 agosto 2017 La pagina del «Corriere della Sera» dello scorso anno con l’annuncio dell’allora presidente della Camera Laura Boldrini

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