Meno auto e macchinari Frena l’avanzo commerciale
Calo di 1 miliardo a maggio. Hogan: con Centinaio studio sul Ceta
MILANO Mentre si discute di Ceta — il commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan ha concordato con il ministro Gian Marco Centinaio uno studio sull’impatto dell’accordo con il Canada sui produttori agroalimentari italiani — e in piena battaglia protezionistica, arrivano i dati sul commercio estero di maggio, quando ancora la guerra sui dazi era solo annunciata: le esportazioni a maggio sono calate dell’1,6% rispetto al mese precedente mentre le importazioni sono cresciute dello 0,8%. Il surplus commerciale dell’italia, registra l’istat, è stato di quasi un miliardo in meno rispetto a un anno fa: 3,378 miliardi di euro contro 4,344 miliardi.
Se poi si passa al confronto annuo, la flessione dell’export è stata pari allo 0,8% e ha coinvolto esclusivamente l’area extra Ue (-2,8%) mentre per i Paesi Ue è stata registrata una crescita (+0,7%). Se però si prende in esame il periodo gennaio-maggio, la crescita tendenziale dell’export è risultata pari al 3%, e l’avanzo commerciale ha raggiunto 13.895 milioni.
«Il ritmo di crescita dell’export è inferiore rispetto alle attese — commenta Alessandro Terzulli, capoeconomista di Sace — ma resta positivo in valore. Hanno pesato diversi fattori a cominciare dall’effetto fiducia. Di fatto l’europa ha goduto dell’esenzione dei dazi statunitensi su acciaio e alluminio fino al primo giugno, dunque a maggio ancora non c’erano ma la retorica degli annunci ha portato alcuni operatori a ridurre gli ordinativi sui timori di un rallentamento della domanda mondiale. Gli effetti della guerra dei dazi si vedranno nei prossimi mesi e il prossimo anno». Non va poi sottovalutato il fatto che la crescita ha subito un calo. «Lo scorso anno a trainare l’export sono stati i Paesi extra Ue. Quest’anno è l’europa, ma nel primo trimestre e in parte nel secondo c’è stato un rallentamento — prosegue Terzulli —. E se la crescita è inferiore alle attese, minore sarà anche la domanda. Poi c’è un effetto di base, statistico: nel maggio scorso il tasso di crescita è tato molto alto e dunque la base di confronto è molto negativa». Per il capoeconomista di Sace «prima di trarre conclusioni
I dazi
A maggio i dazi Usa su alluminio e acciaio Ue non erano ancora operativi
troppo pessimistiche sull’export è ancora presto, dovrebbe riaccelerare nei prossimi mesi». Anche se la guerra dei dazi avrà inevitabilmente un impatto sul commercio mondiale, che secondo le stime di Sace potrebbe rallentare al 4,2% nel 2018.
Nel dettaglio, tra i settori che hanno risentito di più della diminuzione tendenziale dell’export a maggio, ci sono gli autoveicoli (-10%) e i macchinari (-3%) mentre contribuiscono positivamente i prodotti petroliferi raffinati (+14,1%). Su base annua, hanno ridotto di più le importazioni dall’italia i Paesi Opec (-16,6%), Turchia (-11,3%), Belgio (-6,8%), Russia (-10,7%) e Cina (-5,7%).