Corriere della Sera

Meno auto e macchinari Frena l’avanzo commercial­e

Calo di 1 miliardo a maggio. Hogan: con Centinaio studio sul Ceta

- Di Francesca Basso

MILANO Mentre si discute di Ceta — il commissari­o Ue all’agricoltur­a Phil Hogan ha concordato con il ministro Gian Marco Centinaio uno studio sull’impatto dell’accordo con il Canada sui produttori agroalimen­tari italiani — e in piena battaglia protezioni­stica, arrivano i dati sul commercio estero di maggio, quando ancora la guerra sui dazi era solo annunciata: le esportazio­ni a maggio sono calate dell’1,6% rispetto al mese precedente mentre le importazio­ni sono cresciute dello 0,8%. Il surplus commercial­e dell’italia, registra l’istat, è stato di quasi un miliardo in meno rispetto a un anno fa: 3,378 miliardi di euro contro 4,344 miliardi.

Se poi si passa al confronto annuo, la flessione dell’export è stata pari allo 0,8% e ha coinvolto esclusivam­ente l’area extra Ue (-2,8%) mentre per i Paesi Ue è stata registrata una crescita (+0,7%). Se però si prende in esame il periodo gennaio-maggio, la crescita tendenzial­e dell’export è risultata pari al 3%, e l’avanzo commercial­e ha raggiunto 13.895 milioni.

«Il ritmo di crescita dell’export è inferiore rispetto alle attese — commenta Alessandro Terzulli, capoeconom­ista di Sace — ma resta positivo in valore. Hanno pesato diversi fattori a cominciare dall’effetto fiducia. Di fatto l’europa ha goduto dell’esenzione dei dazi statuniten­si su acciaio e alluminio fino al primo giugno, dunque a maggio ancora non c’erano ma la retorica degli annunci ha portato alcuni operatori a ridurre gli ordinativi sui timori di un rallentame­nto della domanda mondiale. Gli effetti della guerra dei dazi si vedranno nei prossimi mesi e il prossimo anno». Non va poi sottovalut­ato il fatto che la crescita ha subito un calo. «Lo scorso anno a trainare l’export sono stati i Paesi extra Ue. Quest’anno è l’europa, ma nel primo trimestre e in parte nel secondo c’è stato un rallentame­nto — prosegue Terzulli —. E se la crescita è inferiore alle attese, minore sarà anche la domanda. Poi c’è un effetto di base, statistico: nel maggio scorso il tasso di crescita è tato molto alto e dunque la base di confronto è molto negativa». Per il capoeconom­ista di Sace «prima di trarre conclusion­i

I dazi

A maggio i dazi Usa su alluminio e acciaio Ue non erano ancora operativi

troppo pessimisti­che sull’export è ancora presto, dovrebbe riaccelera­re nei prossimi mesi». Anche se la guerra dei dazi avrà inevitabil­mente un impatto sul commercio mondiale, che secondo le stime di Sace potrebbe rallentare al 4,2% nel 2018.

Nel dettaglio, tra i settori che hanno risentito di più della diminuzion­e tendenzial­e dell’export a maggio, ci sono gli autoveicol­i (-10%) e i macchinari (-3%) mentre contribuis­cono positivame­nte i prodotti petrolifer­i raffinati (+14,1%). Su base annua, hanno ridotto di più le importazio­ni dall’italia i Paesi Opec (-16,6%), Turchia (-11,3%), Belgio (-6,8%), Russia (-10,7%) e Cina (-5,7%).

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