Corriere della Sera

Lo scudetto non è già vinto Oltre alla classe serve pazienza

- Di Mario Sconcerti

Oggi che diamo il benvenuto a Ronaldo, sarebbe un errore pensare che con lui in campo la Juve abbia già vinto il campionato. Le cifre dimostrano che la Juve non ha bisogno di Ronaldo per vincere scudetti e che il Real, con Ronaldo, è arrivato quest’anno terzo, lontano da Barcellona e Atletico. È normale dire che Ronaldo è un giocatore decisivo ma anche aggiungere che non sappiamo che Juve diventerà dopo la sua complessa operazione. Per esempio, chi sarà ceduto adesso? Higuain, Pjanic, Khedira, Alex Sandro? Ronaldo non è una pura addizione, è una somma di operazioni che molto danno e abbastanza tolgono. Come si integreran­no queste variabili con la vecchia Juve e con le variazioni degli altri? L’inter per esempio finora ha fatto solo aggiunte (De Vrij, Nainggolan, Politano, Martinez). Se davvero ha finito la scorsa stagione da squadra, allora adesso è una squadra migliore. Il Napoli riparte da Ancelotti e da 91 punti, cioè una numero che tre volte su cinque vale il campionato. Ruiz è una splendida mezzala e Milik un centravant­i ormai sicuro. In sostanza, la Juve è la migliore, ma per vincere non le basta essere giudicata di per se stessa, occorre anche pensare alla forza degli altri. Non sono operazioni semplici, nemmeno Allegri è un allenatore semplice. Ha cominciato spesso usando a sprazzi i suoi fuoriclass­e (Higuain, Dybala, Douglas Costa). Potrebbe permetters­elo con Cristiano?

E cosa diranno/direbbero gli altri fuoriclass­e della Juve? Ronaldo alla Juve è una grande festa ma non è una sentenza. Si avvicina, indica la realtà, ma c’è ancora cammino. Non sono nemmeno convinto che la prima valenza dell’affare sia tecnica. La Juve ha cercato un urlo di potenza industrial­e, una dimostrazi­one di forza che divorasse gli ultimi scalini, quelli che la chiudevano in un mondo solo. Ronaldo ha l’energia densa di un Big Bang, ma non è ancora il profeta dell’assoluto. Bisogna prima giocare. Vedere come si adatterà Cancelo, altro

giocatore fondamenta­le, chi è Lautaro Martinez davvero, come è cambiato Brozovic, cosa resta di Pastore, chi è Kluivert, cosa è adesso Ghoulam, come entrerà Ancelotti nell’entusiasmo napoletano. Il calcio cambia sempre, continuame­nte. Non fosse così basterebbe giocare una partita e sapremmo la classifica finale. Cambiano sempre anche i piccoli avversari, è la loro forza povera alla fine che decide. La scorsa stagione il Napoli non ha perso lo scudetto contro la Juve, l’ha perso a Firenze. Con la Juve ha fatto tre punti su sei, cioè pari. Detto questo mi aspetto almeno 30 reti da Ronaldo. Ma bastano a fare una differenza? Non sono bastati a Higuain, a Belotti, a Cavani, Toni, Dzeko, Di Natale, Icardi, Immobile. I primi otto capocannon­ieri nella storia del gol non giocavano in squadre che hanno vinto lo scudetto. La Champions sì, torneo breve, formula opposta. Ma in campionato la pazienza serve quanto la classe.

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