Parma e Chievo,
Tentato illecito e plusvalenze fittizie, oggi la Procura chiederà sanzioni durissime
Un’altra estate maledetta, il solito calcio che a un mese dall’inizio dei campionati piomba nel caos. La lista degli inguaiati di stagione è lunga, complicato perfino scegliere da dove partire. Da Parma e Chievo che rischiano la A? Dal Bari che sta per fallire dopo 110 anni storia? Da Cesena e Reggiana travolti dai debiti che ripartiranno dai dilettanti, come forse l’avellino? Dal Foggia che in B rischia una penalizzazione drammatica per pagamenti in nero? O ancora da tutti quei club che, a cascata, attendono sull’uscio pronti a dare battaglia?
Oggi è il giorno più lungo per Chievo e Parma. Alle 11 tocca agli emiliani andare a processo davanti al Tribunale federale, con la Procura diretta da Pecoraro che contesterà a Calaiò il tentato illecito per aver inviato dei messaggi a De Col dello Spezia alla vigilia dell’ultima giornata, poi risultata decisiva ai fini della promozione, col Palermo superato ● Nel mirino 3 suoi sms a due giocatori dello Spezia: chiacchiere o cercava di aggiustare la partita? per un punto solo. L’accusa è gravissima. Ma cosa era davvero? Il solito chiacchiericcio scherzoso fra ex compagni («Ehi pippein non rompete il c... venerdì mi raccomando amico mio»; «dillo anche a claudiein» (Terzi, ndr); «soprattutto per il rapporto che avete con me») o un tentativo di combine? È quello che dovranno decidere i giudici.
Alle 15 sarà invece il turno di Chievo e Cesena insieme ai presidenti Campedelli e Lugaresi, chiamati a rispondere per responsabilità diretta e oggettiva. L’accusa per i veronesi è aver generato plusvalenze fittizie per oltre 25 milioni attraverso lo scambio di trenta giocatori con la società romagnola, che ripartirà comunque dai dilettanti dopo che la Covisoc ne ha bocciato la richiesta di iscrizione alla B a causa dei 73 milioni di debiti. Tanto il Chievo quanto il Parma e Calaiò rischiano moltissimo in quanto le sentenze devono essere «afflittive».
Dalla Procura filtrano distintamente voci di richieste pesantissime. L’attaccante potrebbe andare verso molti mesi di squalifica (forse sei) mentre per i club potrebbero essere richiesti svariati punti sulle ultime classifiche, cosa che comporterebbe la retrocessione in B. Palermo e Crotone sono in prima fila pronti a dare battaglia, anche se i siciliani sono a loro volta a rischio penalità per l’inchiesta a carico del patron Zamparini per irregolarità contabili.
Gli scenari possibili sono insomma parecchi, anche se è evidente che per quanto riguarda il Parma potrebbero incidere due fattori fra loro collegati: da una parte le tempistiche ristrette, dall’altra il fatto che ribaltando la classifica di B 2017-18 altri club potrebbero chiedere addirittura di rigiocare i playoff. Eventualità estrema, che potrebbe suggerire alla fine ai giudici altre soluzioni, magari un forte «segno meno» sulla stagione ventura in A. O anche nulla. Per quanto riguarda invece le plusvalenze, l’opaco meccanismo contabile diffusissimo nel calcio nostrano, come dimostra la cifra record di 749 milioni raggiunta del 2017, la questione è complessa: vero che l’affare Chievo-cesena è corposo, ma già in passato inchieste simili si sono arenate. Anche in sede penale.
La sentenza di primo grado è attesa già nelle prossime ore, fra appello e un eventuale ricorso al collegio di garanzia del Coni si potrebbe quindi arrivare verosimilmente a fine luglio, inizio agosto. La solita assurda corsa contro il tempo. ● A giudizio anche il patron Campedelli (foto). Il Chievo «ribadisce con fermezza di sentirsi estraneo»
Bari e Cesena addio Pugliesi e romagnoli dicono addio alla B, ripartiranno dalla D Rischia anche l’avellino