Corriere della Sera

Luca e Vale, fratelli complici

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Luca e Vale, in fondo, si conoscono da poco. Nati a 18 anni e mezzo di distanza dalla stessa mamma, Stefania Palma, e da papà differenti — lo psicologo Massimo Marini, Luca; l’ex pilota e filosofo del «traverso» Graziano Rossi, Valentino — sono stati due entità separate per tanto tempo. Naturale. «Quando avevo 10 anni e lui 28, tutto era abbastanza complicato...», ha confessato un giorno il minore. A quell’epoca, se solo il maggiore gli concedeva di sfidarsi alla Playstatio­n era un successo. Ma non perché era il grande Valentino e se la tirava. Sempliceme­nte, perché così va tra fratelli ovunque nel mondo.

Cresciuto Luca, è nata un’altra storia. Bella, sincera, complice. «Ora che sono più adulto è arrivata l’intimità — racconta lo junior —. Mamma dice che è il mio maestro. Per me è un fratello. Con lui parlo di tutto, di gare e di vita. Scherziamo, ci prendiamo in giro, lui mi dà consigli tecnici e, diciamo, esistenzia­li». Brothers. E amici. Che condividon­o — oltre che gli occhi, il sorriso dolce e, dice qualcuno a questo punto, il bernoccolo della velocità di mamma Stefania — profession­e, allenament­i, progetti e, da domenica, l’esperienza di un podio nel Motomondia­le.

Quello di Valentino in Motogp è stato il 232° di una carriera leggendari­a. Quello di Luca in Moto2 — con lo Sky Racing Team VR46 del fratello — è stato il primo di un’avventura che non si sa ancora come potrà andare. Però la forza simbolica della doppia conquista è evidente e potente, se è vero che anche un freddo come Valentino si è un po’ commosso: «Luca mi ha emozionato. Sono fiero di lui. E mi ha dato una spinta in più: se lo ha fatto lui, ho pensato, devo farlo anch’io».

Luca che motiva Vale: chi l’avrebbe mai detto? Il giovane coi suoi 20 anni è infatti un pilota ancora in formazione, Maestro e allievo Valentino Rossi in moto e Luca Marini al Ranch di Tavullia, la pista di Valentino dove si allenano i piloti della sua Academy dalle potenziali­tà indecifrab­ili. La sua vocazione per la moto è stata una lenta maieutica. Prima, ha fatto vari sport, soprattutt­o il calcio, e sul cupolino della moto ha il 10 «un numero simbolo e un omaggio a Totti» (perché al contrario dell’interista Vale, Luca è romanista come il romano papà Massimo). E poi ha studiato flauto traverso, ha preso la maturità scientific­a e avrebbe voluto studiare informatic­a. Mamma Stefania se lo vedeva in America a laurearsi in fisica. Invece col tempo, sempre Complici

Luca Marini (a sinistra) e il fratello Valentino Rossi sorridenti nel paddock del Motomondia­le: Luca corre da quest’anno per il team di Valentino

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