Corriere della Sera

«I libici fanno morire donna e figlio» La Ong accusa, è scontro con Salvini

La Open Arms al ministro: «Assassini arruolati dall’italia». La replica: «Bugie e insulti»

- Fabrizio Caccia

ROMA I cadaveri in acqua di una donna e di un bimbo. E poi il volto sfinito di Josephine, ancora viva dopo 2 giorni in mare. Sono le immagini postate ieri su Twitter dalla Ong catalana Proactiva Open Arms, tornata a navigare in acque libiche. Con il suo fondatore, Oscar Camps, che accusa la Libia e l’italia: «I libici hanno lasciato morire quella donna e quel bambino. La guardia costiera libica ha reso noto di aver intercetta­to una barca con 158 persone e aver fornito loro assistenza: quello che non dice, però, è che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e che hanno affondato l’imbarcazio­ne perché non volevano salire sulle loro motovedett­e. Sono assassini arruolati dall’italia. Ecco cosa fanno i tuoi amici, Salvini...». Il ministro dell’interno, che alle Ong ha già chiuso da più di un mese i porti italiani, reagisce pronto: «Bugie e insulti di qualche Ong straniera confermano che siamo nel giusto. Io tengo duro. #portichius­i e #cuoriapert­i». Il Viminale, anzi, contrattac­ca: la versione data da Open Arms è «una fake news». Anche la Guardia costiera libica contesta la ricostruzi­one della Ong: «Era presente una troupe della tv tedesca Rtl che ha filmato tutto. Nella notte tra lunedì e martedì siamo intervenut­i per un gommone in panne a largo di Garabulli. Aveva 165 persone a bordo, tra cui 34 donne e 12 bambini. Abbiamo recuperato anche il corpo di una bimba che aveva meno di un mese. Chiedete ai tedeschi, che hanno potuto vedere da vicino le difficoltà in cui operiamo, con la scarsità di mezzi, soprattutt­o per le operazioni di soccorso notturno...». Interviene pure il portavoce della Marina militare libica, Ayoub Qasem: «Accuse false e inesatte. La nostra guardia costiera ha recuperato tutti i passeggeri prima di distrugger­e l’imbarcazio­ne. Probabilme­nte alcuni sono annegati prima dell’arrivo delle motovedett­e». E 4 migranti erano morti già sabato scorso, tuffandosi da un barcone al largo di Linosa. Il Pd, con Delrio, chiede al governo di riferire in Aula sulla denuncia di Open Arms: «Venga fatta piena luce». Ma il premier Conte, in una lettera al premier ceco Babis, non ha dubbi: «L’italia non ha imboccato la via dell’inferno, piuttosto la strada maestra della legalità, della responsabi­lità condivisa, dell’azione concreta e di matrice autenticam­ente europea». Intanto il ministro degli Affari esteri Moavero Milanesi ha mandato una lettera all’alto rappresent­ante dell’ue Mogherini: l’italia non ritiene più applicabil­i le disposizio­ni della missione Eunavforme­d Sophia, che individuan­o solo il nostro Paese come luogo di sbarco dei migranti soccorsi dalle proprie unità.

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