Ruocco: bene la pace fiscale, ma nessun condono Colpiremo i grandi evasori
«A pesare sono soprattutto i debitori oltre i 500 mila euro»
«Alleggerimento, monitoraggio, sinergia tra uffici: dobbiamo aiutare i cittadini a fare pace con questo sistema ma anche indirizzare i vari soggetti verso uno scopo comune, che è quello di combattere l’evasione».
Quindi i debiti con il fisco vanno pagati?
Sorride Carla Ruocco, deputata Cinque Stelle alla sua seconda legislatura e presidente della commissione Finanze della Camera che da due giorni ha iniziato l’esame del decreto dignità. «Certo, ogni debito fiscale dovrà essere saldato; potremo andare incontro a cittadini e imprese con misure ad hoc, ma bisogna intervenire con azioni che contrastino l’evasione, sia quella che io chiamo la parte micro, sia la parte macro, costituita dai grandi evasori che nella maggior parte dei casi portano capitali italiani all’estero».
Però si parla di «pace fiscale»: alla fine si tradurrà in «condono fiscale» di tutto il dovuto?
«Capisco che il confine sembri molto sottile, ma la logica del condono non ci appartiene, nella maniera più assoluta: il debito fiscale verrà saldato».
In che maniera?
«Partiamo dai numeri: secondo l’agenzia delle Entrate c’è un non riscosso di 871 miliardi di euro, di questi 360 sono considerati irrecuperabili, tra fallimenti, debitori deceduti e altro. Il 55,1% dei debitori ha sospesi sotto i mille euro, una polverizzazione del debito che incide sul totale per appena l’1,9%. A pesare sono i grandi debitori: lo 0,9% ha debiti sopra i 500mila euro che incidono sul totale del 66,5%. Questi sono dati da approfondire, bisogna capire chi c’è dietro quello 0,9%, ma sono numeri da cui partire per combattere l’evasione».
E come si combatte?
«Per i piccoli debitori, serve un monitoraggio costante: è fondamentale il lavoro in sinergia degli uffici amministrativi. In commissione abbiamo sentito Agenzia delle Entrate, Sogei, Guardia di Finanza e anche l’ufficio delle Dogane: serve una cooperazione tra tutte le forze. La fatturazione elettronica ad esempio, che entrerà in vigore dal primo gennaio 2019, sarà uno strumento molto utile: aiuterà i cittadini a fare pace con il sistema e allo stesso tempo alleggerirà gli oneri fiscali alle imprese: lo spesometro, strumento poco amato, sparirà. Spesso veniamo accusati di populismo, ma la fatturazione elettronica è un progetto che se fatto bene aiuterà tutti».
Chi salderà il suo debito sarà premiato?
«È tutto ancora da studiare. Ma potremo pensare ad una modulazione della sanzione in base alla violazione commessa e alla sua gravità. Ciò che non vogliamo fare è appesantire imprese e professionisti».
Capitolo imprese «Per loro serve un pacchetto di misure ad hoc: utile alleggerire gli oneri fiscali»
I grandi evasori li andiamo a prendere e non facciamo loro alcuno sconto. Ci saranno inasprimenti verso chi ha evaso grandi cifre
Per i grandi evasori ci saranno «sconti» se faranno rientrare i capitali in Italia?
«Noi i grandi evasori li andiamo a prendere e non facciamo loro alcuno sconto. Anzi, ci saranno delle retromarce su quanto fatto in passato con inasprimenti verso chi ha evaso grandi cifre, perché non ha a che fare con errori formali. Ma serve una cooperazione tra Stati perché la grande evasione non è mai solo nazionale. Serve un piano di azione capillare condiviso a livello europeo che non finisca per danneggiare l’italia che alla fine si ritrova ad essere sempre il Paese con la più alta pressione fiscale d’europa».
E invece le imprese cosa devono aspettarsi?
«Le imprese sono il nostro target di riferimento. Il nostro lavoro sui temi fiscali è pensato per sgravarle di adempimenti obsoleti e liberare le loro energie produttive. Per questo stiamo pensando ad un pacchetto di misure ad hoc. Presenterò poi una mia proposta, il programma “Salvaimprese”, che permette alle aziende di svalutare i debiti residui con le banche. È necessario riattivare gi investimenti. Sono le imprese che creano lavoro e ricchezza».