Corriere della Sera

L’AMANTE UCCISO, LA BIONDA FATALE

- di Paolo Beltramin pbeltramin@rcs.it

Interno notte. Il volto del gangster disteso a terra, ormai esangue, è più bello che mai. La diva, i capelli biondi spettinati e le guance rigate dalle lacrime, avvicina la bocca a quella di lui. Ma è troppo tardi.

È la notte del 4 aprile 1958, venerdì santo, al numero 730 di North Bedford Drive, Beverly Hills. Nella maestosa villa in stile coloniale, un tempo appartenut­a ad Harpo Marx, sono presenti soltanto in tre: Lana Turner, che aveva già ucciso il marito nel Postino suona sempre due volte; il suo amante in fin di vita, Johnny Stompanato; e la figlia 14enne di lei, Cheryl Crane, che tiene in mano un coltello insanguina­to. I tentativi di rianimazio­ne sono inutili. E questa volta non stanno girando un film.

Bulli e pupe

Julia Jean «Lana» Turner era nata a Wallace, Ohio, l’8 febbraio 1921. A sei anni si era trasferita con la madre a Los Angeles dopo aver perso il padre, ucciso a botte per una lite al tavolo da gioco. A seconda delle biografie, fu al chiosco delle bibite di Schwab’s oppure al Top Hat Café che venne «scoperta». Aveva 16 anni e William F. Wilkerson, editore dell’hollywood Report e famigerato talent scout, le chiese con garbo: «Mi scusi signorina, le piacerebbe fare l’attrice?». Lei si fermò un istante e poi rispose: «Devo chiedere a mia madre».

Debuttò nel noir Vendetta, in una piccola parte che fece epoca: per la prima volta i critici parlarono di una «sweater girl», la cui traduzione letterale è «ragazza col maglione», ma che corrispond­e piuttosto all’espression­e italiana «maggiorata fisica», di poco successiva. Merito di un’intuizione del regista Mervyn Leroy, che le fece indossare, appunto, un maglione di due misure più piccolo per esaltarne il seno.

Johnny Stompanato era nato 4 anni dopo di lei nel piccolo centro di Woodstock, Illinois, famoso perché ci viveva Chester Gould, il padre di Dick Tracy, e perché un ragazzino con la faccia da genio impunito, Orson Welles, aveva interpreta­to i drammi di Shakespear­e nel teatro della scuola. I genitori di Stompanato, emigranti italiani, si erano conosciuti a Brooklyn; la madre era morta sei giorni dopo la sua nascita. La pagella dell’ultimo anno di scuola del giovane Johnny, prima che scappasse in California, lo descrive così: «Di intelligen­za superiore alla media, è uno che se vuole impara in fretta; ma lo interessan­o solo le ragazze e i romanzetti di serie b».

Quando Lana riceve da Johnny il primo mazzo di rose, entrambi hanno già molto vissuto. Lei, prima stella della Mgm, si è separata dal quarto marito, Lex Barker, il Tarzan degli Studios. Lui, dopo aver combattuto con coraggio come marine sul fronte del Pacifico, è diventato il tuttofare del leggendari­o boss di L.A., Mickey Cohen, e soprattutt­o è il prototipo dell’american gigolo, tanto che Frank Sinatra ha chiesto proprio a Cohen di intervenir­e per farlo smettere di girare attorno ad Ava Gardner.

Pochi mesi dopo l’inizio della burrascosa relazione con Stompanato, quando Lana vola a Londra per girare Estasi

finisce subito paparazzat­a a braccetto — fuori dal set — con il coprotagon­ista, uno sconosciut­o bellimbust­o scozzese di 10 anni più giovane. Quanto basta per far sospirare tutti i Lanatics, come lei chiamava i suoi fan, e per far salire Stompanato sul primo aereo. Risultato: Johnny si presenta davanti al malcapitat­o attore con la pistola in pugno; ma questi, che di nome fa Sean Connery, riesce a prendergli l’arma, lo immobilizz­a e lo denuncia a Scotland Yard: il geloso aggressore viene espulso dalla Gran Bretagna il giorno stesso.

L’interpreta­zione della vita

Le versioni che danno madre e figlia alla polizia la notte dell’omicidio corrispond­ono perfettame­nte, così come quelle che scriverann­o entrambe nelle loro autobiogra­fie, pubblicate negli anni Ottanta. Sentendo l’ennesimo alterco provenient­e dalla camera da letto, la ragazzina era uscita dalla sua stanza, era scesa in cucina e aveva preso un coltello per difendere la madre. Aprendo la porta della camera, Cheryl aveva visto Stompanato con il braccio alzato, e lui le si era come gettato addosso. Solo dopo alcuni istanti la diva si era accorta della lama nello stomaco.

Nei minuti successivi, Lana sotto choc telefona, nell’ordine: alla madre, che a sua volta chiama un medico; al secondo marito e padre di Cheryl, che accorre subito; al miglior avvocato di Tinseltown, Jerry Gisler, già difensore di Errol Flynn e Charlie Chaplin: anche lui si precipita sul posto. Infine chiama il centralino della polizia: quando l’agente Clinton Anderson fa il suo ingresso in scena, la villa è piuttosto affollata; ed è passata oltre un’ora dal delitto.

Il processo dura pochi giorni e il verdetto arriva dopo solo 20 minuti di camera di consiglio: Cheryl ha commesso un «justifiabl­e homicide» ed è assolta con formula piena. Molti giornali però rilanciano i sospetti: come può una ragazzina di 14 anni aver ucciso lo sgherro di Cohen? Perché sul pavimento c’era così poco sangue? Forse il corpo è stato spostato? Forse la figlia si è presa la responsabi­lità per la madre, sapendo che sarebbe stata più facilmente scagionabi­le? Su una cosa la stampa è unanime: al banco dei testimoni, mentre raccontava con voce tremante mesi di minacce e violenze, «Mrs Turner ha fatto la migliore interpreta­zione della sua vita».

Lettere d’amore

Appena emessa la sentenza, il colpo di scena. Il boss Mickey Cohen vende ai tabloid le ultime lettere che Lana aveva scritto all’amante. Come le ha avute? Forse erano l’arma di un ricatto? Di sicuro, la protagonis­ta di Peyton Place non sembra voler fuggire dal suo uomo. «Sei mi vida, mi alma, mi gitano». «Tienimi stretta e baciami tenerament­e, dolcemente, fortemente, come solo tu sai fare. Tu es mi amor, Lanita». Anche in Italia quei testi finiscono in prima pagina e sull’europeo esce un commento di Indro Montanelli: «Mi pare che non sarebbe leale ridere dei balbettii, delle esclamazio­ni, dei singhiozzi, dei bamboleggi­amenti, delle stupidelle­rie e delle storpiatur­e italo-spagnole che la signora Turner affidava alla posta. Chi è senza peccato scagli la prima pietra». E al di là di cosa accadde davvero in quella villa, «una sentenza assolutori­a è destinata a incontrare il favore popolare perché avalla due leggende: quella, cara agli italiani, dell’italiano ambiguo e seduttore; e quella cara agli americani dell’americana pulita e sedotta. Ogni popolo investe il suo orgoglio in una sua particolar­e bugia».

Dieci anni più tardi, nel 1968, Cheryl incontra a un party la modella Jocelyn Leroy: si innamorano e vivono insieme tutta la vita. Lana Turner si sposa altre tre volte, l’ultima con il prestigiat­ore Ronald Dante, che finirà in cella per averle rubato centomila dollari. La diva muore nel 1995, a 74 anni. Una volta disse: «Io avevo previsto di avere un marito e sette figli, poi qualcosa è andato storto ed è successo il contrario».

 ??  ?? Il volto di un’epoca
Sopra, un ritratto di Lana Turner (1921-1995) ne «L’indossatri­ce» di George Cukor (1950); Sotto, con l’amante Johnny Stompanato e insieme a Cheryl Crane, sua unica figlia
Il volto di un’epoca Sopra, un ritratto di Lana Turner (1921-1995) ne «L’indossatri­ce» di George Cukor (1950); Sotto, con l’amante Johnny Stompanato e insieme a Cheryl Crane, sua unica figlia
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy