Corriere della Sera

Ilva, sfida sul bando Quell’ipotesi di una Acciaitali­a-bis

- Michelange­lo Borrillo

La lettera del 10 luglio scorso di Emiliano a Di Maio sull’ilva ha aperto un varco a chi non vuole rassegnars­i al passaggio definitivo alla cordata Am Investco (guidata dalla multinazio­nale Arcelormit­tal) a cui il gruppo siderurgic­o è stato assegnato, in seguito a gara pubblica, ben 13 mesi fa. Quanto quel varco sia realmente percorribi­le lo dirà soltanto l’esito dei controlli da parte dell’anac a cui il ministro dello Sviluppo economico ha girato i dubbi sollevati dal presidente della Regione Puglia sui criteri di assegnazio­ne dell’ilva.

Intanto, però, il varco contribuis­ce alla circolazio­ne, in ambienti romani, di ipotesi sulla costituzio­ne di una cordata alternativ­a ad Am Investco pronta a rimettersi in gioco nel caso in cui l’autorità nazionale anticorruz­ione riscontras­se irregolari­tà nelle «zone d’ombra» segnalate da Michele Emiliano. Una cordata che non potrebbe più essere Acciaitali­a, ormai sciolta, ma della quale potrebbero far parte alcuni soci sconfitti nella gara con Am Investco (Jindal, Cdp, Arvedi e Delfin). Nessuno conferma, tutti negano. Ma le ipotesi alimentano il dibattito. «Se ci dovessero essere altri soggetti che intendono acquistare l’ilva a condizioni occupazion­ali e ambientali più convenient­i — spiega Emiliano — ben vengano. Anche perché io continuo a pensare che una gara come quella è, in realtà, permanente­mente aperta». Non la pensa così il predecesso­re di Luigi Di Maio allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, che su Twitter avverte: «Attenzione a giocare con il fuoco. Invalidare la gara Ilva vuol dire rischiare una causa infinita e un altro anno almeno di amministra­zione straordina­ria. Se poi l’altra cordata è Jindal vuole anche dire far saltare il rilancio di Piombino. Una buona strada per mettere a rischio l’acciaio in Italia».

L’unica cosa certa è che Di Maio aspetta da Am Investco migliorame­nti sia sul fronte occupazion­ale che ambientale. Dello stesso avviso anche il ministro dell’ambiente Sergio Costa, secondo cui «sull’aspetto ambientale si può fare molto di più».

Confindust­ria e sindacati, però, sperano che quel qualcosa in più arrivi presto: il 26 luglio la crisi dell’ilva post Riva «festeggerà» 6 anni.

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milioni di euro al mese, la perdita secca dell’ilva di questi mesi L’impianto Un’immagine dell’ilva di Taranto, la più grande acciaieria in Europa

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