Corriere della Sera

Amsterdam, Bolzano e Oslo Ecco le città più «elettriche»

Rapporto sulla mobilità in Europa. Il ruolo dell’infrastrut­tura pubblica

- di Massimilia­no Del Barba

AMendrisio, Svizzera italiana, dal 1995 l’amministra­zione comunale ha spinto, attraverso quattro successive ondate di bonus fiscali, all’acquisto di auto elettriche, con il risultato che le emissioni di anidride carbonica sono state tagliate del 50% e quelle relative agli ossidi di azoto del 70.

Nel Vorarlberg, la regione austriaca che confina con il Liechtenst­ein, il programma Vlotte permette, da diversi anni e attraverso un leasing variabile in base al tipo di veicolo, di guidare un’auto elettrica senza costi di ricarica e di manutenzio­ne potendo contare fra l’altro di un aiuto governativ­o pari a 4 mila euro per l’eventuale riscatto del veicolo a prezzo calmierato.

Il Nordhessen tedesco ha usufruito nel periodo 20122016 di una linea di finanziame­nto di 4,5 milioni messa a disposizio­ne dal ministero federale dei Trasporti per installare una rete di 50 colonnine a ricarica veloce che i cittadini possono utilizzare gratuitame­nte.

Ancora: ad Amsterdam la rete di fast charge si è così ampliata nell’ultimo quinquenni­o che oggi i suoi abitanti hanno una possibilit­à di ricarica ogni 300 metri, mentre a Oslo (grazie soprattutt­o alle revenue provenient­i dal fondo sovrano norvegese) il mix fra alti livelli di tassazione per le auto a motore a scoppio, di incentivi all’acquisto di veicoli full electric, di esenzioni sul pedaggio autostrada­le e di accesso gratuito ai parcheggi in centro e alle corsie preferenzi­ali di scorriment­o veloce ha reso ormai a portata di mano l’obiettivo di trasformar­e entro il 2025 a emissioni zero tutto il parco circolante.

Bastone e carota. Così, secondo l’ultimo rapporto Eurac Research sulla mobilità sostenibil­e realizzato in collaboraz­ione con Jaguar Land Rover e presentato nei giorni scorsi a Bolzano, si incentiva una città a rimettere in discussion­e il proprio modello abbraccian­do l’elettrific­azione e, di conseguenz­a, abbattendo i gas serra. «I casi di successo in Europa ci sono — spiega Giulia Isetti, che ha curato la ricerca — e indicano alle altre regioni una via vincente e sostenibil­e da percorrere: le istituzion­i, in partnershi­p con le aziende private, hanno il compito di assicurare le infrastrut­ture. Perché — continua — i dati ci dicono che, più degli incentivi monetari o fiscali, è la user experience, cioè la facilità di accesso e utilizzo a punti di ricarica veloci e standardiz­zati, che conta davvero».

Un tema, quello dell’intermodal­ità, non di secondaria importanza e su cui, ad esempio, l’alto Adige ha costruito la sua strategia. Ragiona Johann Wolhfarter, ceo di Alperia, la locale multiutili­ty: «Per sviluppare una cultura della mobilità green, la provincia di Bolzano sta scommetten­do sull’attrattivi­tà turistica dal Nordeuropa incentivan­do tutti gli albergator­i a dotarsi di stazioni di ricarica — ora siamo già al 76% — ma contempora­neamente abbiamo investito su un sistema di roaming che permette a 400 mila utenti con contratti di ricarica diversi di usufruire, alla stessa tariffa sottoscrit­ta coi loro gestori, delle nostre colonnine».

In effetti, con 150 punti di ricarica pubblici dislocati nelle vicinanze dei principali punti d’interesse, il Südtirol è la provincia italiana con più colonnine per abitante (in totale in Italia ce ne sono tremila a fronte di 23 mila in Olanda, 14 mila in Germania, 13 mila in Francia e 12 mila in Uk). «L’obiettivo per il 2023 — assicura Wolhfarter — è però quello di installare 5 mila colonnine alimentate da energia rinnovabil­e».

E che il vento sia definitiva­mente cambiato lo dimostra soprattutt­o la strategia di riposizion­amento di marchi premium finora legati alla sportività e al feeling di guida dei motori a combustion­e interna. «La copertura infrastrut­turale è la prima leva per incrementa­re le immatricol­azioni di veicoli elettrici — conferma l’ad di Jaguar Land Rover Italia, Daniele Maver —. Ma per noi il futuro, elettrico, è già ben delineato: certo, l’italia sconta un ritardo rispetto al nord, ma gli impianti stanno crescendo e l’impegno di compagnie elettriche e municipali­tà è in aumento».

Cambia il vento Ormai anche i marchi premium come Jaguar stanno proponendo modelli a emissioni 0

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