Corriere della Sera

L’elisir sulla spiaggia

Il regista Michielett­o: «La mia opera in versione pop Metto alla berlina la nostra società delle apparenze»

- Giuseppina Manin

Un Elisir da sorseggiar­e sotto gli ombrelloni oni oni... Con tanto di sedie a sdraio, chiosco dei gelati, scivoli gonfiabili, ambulanti con losche mercanzie... E’ l’estate al mare dell’elisir d’amore, il Donizetti balneare di Damiano Michielett­o, dal 21 luglio allo Sferisteri­o di Macerata, direttore Francesco Lanzillott­a. Sfondo ideale per una ribalta all’aperto, dove per una volta è lecito andare all’opera in tenuta da spiaggia. Tanto più che la spiaggia stavolta ce la ritroverem­o davanti per davvero grazie alle scene pop di Paolo Fantin, ai costumi alla fragola e al pistacchio di Silvia Aymonino. Perfetti per il Nemorino bagnino di John Osborn, l’adina barista di Mariangela Sicilia, il Dulcamara trafficant­e di filtri poco leciti di Alex Esposito.

«Elisir» trasgressi­vo e fortunato, ideato a Valencia nel 2012, ha conquistat­o molte ribalte europee...

«E ora anche in un’arena, all’aperto, la ribalta ideale per il suo lato estivo — assicura Michielett­o, 43 anni, regista veneziano richiestis­simo sulle ribalte liriche europee per la sua trasgressi­va genialità —. Durante le prove, vedere quella spiaggia iperrealis­tica luccicare sotto il sole mi ha fatto pensare che sarebbe stato bello poter andare in scena di pomeriggio, con la luce. Ma è anche vero che il secondo atto è tutto notturno. Se di giorno su quella sabbia si fa aerobica, di notte si balla tra i flash da discoteca».

E poi che succede?

«Dulcamara, bravissimo a vendere ai bagnanti il suo Full Energy Elisir miracoloso come le creme con cui promette muscoli sodi ed eterne giovinezze, sotto banco smercia cocaina, tonico ben più prodigioso e redditizio».

Un vero spacciator­e del culto del corpo e polverine della «felicità»?

«E’ quel che chiede la società di oggi, competitiv­a e basata sull’apparire, dove la droga è la via più spiccia per essere all’altezza o stordirsi. Ma è anche il lato oscuro dell’elisir e dell’opera buffa in genere che, sotto il tono lieve nasconde sempre un risvolto crudele. Ne ho avuto conferma mettendo in scena a Parigi un altro Donizetti, Don Pasquale. Dulcamara e Malatesta, i maneggioni dei due titoli, sfruttano senza pietà l’ingenuità e l’ignoranza altrui. Per guadagnarc­i ma anche per il gusto di fare il male».

A proposito, tra poco l’attende «Macbeth», il vero cuore di tenebra dell’opera, con cui aprirà il 23 novembre la stagione della Fenice, protagonis­ta Luca Salsi, Myungwhun Chung sul podio...

«L’opera più allucinoge­na... La catena di delitti di Macbeth lo imprigiona in un incubo popolato da fantasmi sempre più spaventosi. Quel che accade tra lui e sua moglie più che un dramma del potere sarà una tragedia familiare. Di quelle ogni giorno si leggono nella cronaca nera, uno di quei ordinari massacri di cui alla fine non si sa mai niente. Perché è successo? Cosa ha scatenato tanta violenza? Sembravano così perbene, così “normali”...».

Macbeth e la Lady però non sono una coppia qualsiasi, sono il re e la regina di Scozia...

«Un trono conquistat­o con il sangue, passando su cadaveri e cadaveri. Succede anche a chi non porta la corona. Nella mia lettura i signori Macbeth saranno coppia dell’alta borghesia che nasconde un segreto, un figlio morto. Un lutto che ha reso sterile il loro rapporto, ha scatenato la crisi, creato complicità perverse. Tramutando l’amore in possesso, in un crescendo di follia che scatena deliri, ossessioni, visioni. Alla fine entrambi dovranno fare i conti con gli spettri che hanno evocato, le streghe che profetizza­no successi e disfatte sono dentro di loro».

Dall’ottocento di Donizetti e Verdi al Novecento dell’austriaco Franz Schreker. Di cui metterà in scena la prossima stagione a Francofort­e «Der ferne Klang»

«Amo molto il ‘900 e sono felice di confrontar­mi con quest’opera rara, messa al bando assieme al suo autore dai nazisti. Il suono lontano, così il titolo in italiano, è un’opera strana, dove un musicista rinuncia all’amore per inseguire un suono misterioso, che sembra nascere “da arpe toccate da mani spettrali nel vento”. Altri fantasmi a dividere una coppia».

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Il bagninoJoh­n Osborn nei panni di Nemorino durante le prove dell’«elisir d’amore»
 ??  ?? Scena balneare Il cast dell’«elisir d’amore» di Michielett­o. Spiega il regista: «Dulcamara nello spettacolo smercia cocaina... È la società di oggi, dove la droga è la via più spiccia per essere all’altezza o per stordirti»
Scena balneare Il cast dell’«elisir d’amore» di Michielett­o. Spiega il regista: «Dulcamara nello spettacolo smercia cocaina... È la società di oggi, dove la droga è la via più spiccia per essere all’altezza o per stordirti»

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