«I vecchi costumi devono finire»
La Procura: -15 ai veneti e -2 agli emiliani. Crotone e Palermo sperano
Comunque vada a finire — qualunque epilogo avranno cioè i tre gradi di giudizio che da qui a un mese dovranno stabilire le sorti di Chievo e Parma, A o B — quella dell’inflessibile procura federale somiglia molto e sempre più a una guerra santa, «un’opera moralizzatrice contro certi vecchi costumi», come ha efficacemente sintetizzato più d’uno nei palazzi del calcio.
Durissime, come previsto, le richieste del procuratore Giuseppe Pecoraro: meno 15 punti ai veneti e 36 mesi d’inibizione al presidente Luca Campedelli per i 25 milioni di plusvalenze fittizie effettuate con il Cesena (valori gonfiati fino al 9.000% del reale, meno 15 anche ai romagnoli però falliti in questi giorni) e meno 2 agli emiliani per tentato illecito dell’attaccante Calaiò, per il quale è stata proposta una squalifica di 4 anni e una multa di 50 mila euro. Venissero accolte, entrambi i club perderebbero la serie A. Il primo perché finirebbe così a quota 25 punti al penultimo posto dell’ultimo torneo di A. Il secondo perché verrebbe scavalcato al secondo posto nell’ultimo di B. Festeggerebbero Crotone e Palermo.
Ognuno gioca la sua partita. Gianni Vrenna, patron dei calabresi: «Non avremo tanti soldi, ma i conti li abbiamo a posto». Non c’è però solo l’accusa a differenziare i casi Chievo e Parma, esiste un altro dettaglio a suggerire come la posizione dei secondi appaia in un certo senso meno in salita: la procura curiosamente ha chiesto «in subordine», quasi fosse una specie di misura alternativa, 6 punti di penalizzazione se la Corte decidesse di applicare la sanzione per il prossimo campionato di A. «Anche se noi riteniamo che la sanzione debba essere applicata alla stagione appena conclusa per essere afflittiva», ha puntualizzato Gioacchino Tornatore, procuratore federale aggiunto. Entrambe le sentenze di primo grado del tribunale federale dovrebbero arrivare fra venerdì e lunedì, poi ci saranno l’eventuale appello e collegio di garanzia del Coni.
I protagonisti promettono battaglia. «Deferimento infondato e improcedibile», ha commentato l’avvocato del Chievo, Marco De Luca. «I messaggi ai miei ex compagni dello Spezia erano innocui, stupidi, scherzosi, senza secondi fini», la deposizione di Calaiò. Gli ha fatto eco il legale del Parma, Eduardo Chiacchio: «Richiesta incomprensibile».
Fa però effetto doversi ritrovare di nuovo nel bel mezzo della solita caotica estate del pallone nostrano, che speravamo invece sarebbe passata agli annali per l’epifania di Cristiano Ronaldo. Il rischio di vedere organici e calendari stravolti dalle sentenze è reale. Non tanto in A dove basterà attenersi alla sentenza esecutiva — la presentazione è giovedì 26 a Milano negli studi Sky, in quei giorni potrebbe esserci l’appello — quanto in C e specialmente nella tormentatissima B, dove i calendari sono già slittati dal 31 luglio a data da destinarsi. E la chiamano estate. ● Le sentenze di primo grado sono previste tra la fine della settimana o l’inizio della prossima
Guai
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