L’inglese con le treccine tra le belle del mondo
DDee-ann, 25 anni. Segni particolari: bellissima. Ah, sì, ha anche la pelle nera. E pure le treccine naturali sulla testa. Ed è appena entrata nella storia: perché la ragazza di Birmingham, originaria di Anguilla, è la prima persona di colore a essere incoronata Miss Universo Gran Bretagna. E ora andrà a rappresentare il suo Paese alla finale mondiale del concorso di bellezza.
È un’altra barriera razziale che cade ed è la prima volta che succede dalla creazione della manifestazione, nel 1952. E Dee-ann Kentish Rogers è ben consapevole del traguardo conquistato: «La Gran Bretagna è una società multiculturale — ha sottolineato — e io sono fiera di rappresentare i suoi ideali di tolleranza, diversità, bellezza e femminismo».
I talenti non le mancano: si è da poco laureata in legge e ha pure superato l’abilitazione da avvocato penalista. Ed è una che ha saputo farsi strada nella vita. Era un’atleta promettente, gareggiava nell’eptathlon e aveva partecipato per due volte, nel 2010 e nel 2014, ai Giochi del Commonwealth, dove competono i Paesi dell’ex impero britannico. Il suo sogno era andare alle Olimpiadi con i colori della Gran Bretagna, ma un infortunio al ginocchio ha compromesso la sua carriera sportiva. Dee-ann non si è data per vinta e si è reinventata come reginetta di bellezza, conquistando l’anno scorso il titolo di Miss Anguilla. «Partecipare a Miss Universo era l’equivalente, come concorso di bellezza, che gareggiare alle Olimpiadi», ha spiegato alla Bbc. Anzi, secondo lei sfilare in passerella è stato più difficile che scendere in pista in uno stadio: «Sono cose molto simili — ha commentato — ma in un concorso di bellezza devi sottoporti a una specie di esame chirurgico di te stessa, delle tue ambizioni: cose che le persone non fanno fino a che non sono molto anziane». E ha concluso che «men- tre nelle gare sportive la preparazione si fa in pista, in un concorso di bellezza il punto focale è la mente: che è il muscolo più difficile da padroneggiare».
Dee-ann ha definito la sua vittoria «una grande conquista» e «la migliore esperienza della mia vita». Ma è qualcosa che non riguarda soltanto lei. «Ho sempre voluto usare la mia vita — ha spiegato — per avere un impatto, dare un contributo. E userò il titolo di Miss Universo Gran Bretagna per incoraggiare le donne a credere in se stesse e a spingersi avanti con i loro sogni».
Ma è inutile negare che è il colore della sua pelle a fare la differenza. «Ho capito che avevo vinto non soltanto come Dee-ann, ma come donna nera», ha sottolineato lei stessa. «Man mano che andavo avanti — ha aggiunto — cominciavo a percepire l’am- piezza di cosa avrebbe significato ottenere la corona, non solo per le donne nere, ma per tutta la Gran Bretagna». Come ha confermato la direttrice nazionale di Miss Universo, Paula Abbandonato: «Non potrei essere più orgogliosa di Dee-ann e di tutto ciò che rappresenta. È un modello eccezionale per le donne di ogni colore della pelle e incarna tutte le qualità dell’ideale di Miss Universo»
Va detto che qualcuno, prima del concorso, le aveva consigliato di stirarsi i capelli, per togliersi quelle treccine «afro» troppo connotate etnicamente. Ma lei ha rifiutato seccamente: «Sentivo che per me era molto importante rappresentare la mia identità culturale, rappresentare pienamente me stessa. È parte di ciò che sono: se togli una parte di me, togli tutto». D’altra parte se la madre di Meghan Markle, ossia la consuocera del principe Carlo, l’erede al trono britannico, porta le treccine, potrà ben farlo una Miss.
Dee-ann è tuttavia consapevole che i concorsi di bellezza sono visti da molti come qualcosa di arcaico. Anche se adesso stanno diventando sempre più un veicolo di avanzamento sociale: è di pochi giorni fa la notizia che la Spagna manderà a Miss Universo una ragazza transgender. E dunque Dee-ann è convinta che il concorso le abbia dato «una piattaforma, una voce, la possibilità di emanciparmi. Perché uno dei più grandi problemi delle donne nel 21esimo secolo è riuscire a farsi ascoltare. Dobbiamo essere molto creative per riuscire a farci spazio». E pur definendo «comprensibili» le critiche che vengono mosse ai concorsi di bellezza, li «raccomanderebbe alle ragazze».
«L’eccitazione che ha circondato la mia vittoria è la prima indicazione di quanto sia importante — ha concluso —. Se riuscissi a comunicarlo a una giovane ragazza nera, a una ragazza asiatica o di qualsiasi etnia nel Regno Unito, specialmente in quest’era post Brexit, ne sarei entusiasta. Perché avrei fatto il mio lavoro».
Facevo eptathlon, partecipare a questo concorso sarà come andare alle Olimpiadi: ma mentre nello sport ci si prepara in pista, per una gara di bellezza il punto focale è la mente