La legittima difesa divide M5S e Lega «No alle armi libere». «Una priorità»
Il Guardasigilli Bonafede frena sulla riforma. Salvini: «Non penso al modello Usa»
MILANO Tensione nel governo sulla legittima difesa. Al Senato comincia l’iter per arrivare a una riforma dell’articolo 52 del codice penale, uno dei cavalli di battaglia leghisti. E i Cinque Stelle mettono subito in chiaro alcuni paletti. Il Guardasigilli Bonafede interviene per spiegare che nessuna riforma «potrà portare alla liberalizzazione delle armi». In Commissione Giustizia — dove sono stati incardinati ieri 6 disegni di legge in merito (3 di FI, 1 di FDI, uno di iniziativa popolare e uno della Lega) —, invece, è il senatore Francesco Urraro a ribadire che «è necessaria un’analisi approfondita delle norme esistenti, dei testi presentati con attenzione e con saldi riferimenti nella giurisprudenza».
Le parole di Urraro scatenano le reazioni. Jacopo Morrone, sottosegretario Lega alla Giustizia, chiarisce: «La riforma della legge sulla legittima difesa è una priorità». Le opposizioni attaccano. «L’annuncio di “approfondimenti” sulla riforma della legittima difesa, che noi preferiamo chiamare “diritto alla difesa”, suona come un insulto al programma votato dalla stragrande maggioranza degli italiani alle ultime elezioni, quello del centrodestra. La Lega non dovrebbe tollerare questo rallentamento», tuona Mara Carfagna. «Il M5S conservi una autonomia di decisione o, meglio, di dignità politica. Rifiutate il Far West», dichiara la dem Alessia Morani.
Tra i cinque ddl presentati, quello leghista punta a inasprire le pene e a riconoscere la difesa sempre come legittima eliminando il principio di proporzionalità tra offesa e difesa. Il Carroccio precisa però che nella proposta non c’è la liberalizzazione delle armi.
Per stemperare la tensione interviene il leader leghista Matteo Salvini. «Con il ministro Bonafede siamo in perfetta sintonia», dice. E rassicura: «Non si parla assolutamente di liberalizzazione delle armi né di Far West». «Sono contento che la legge ha iniziato il suo iter — precisa Salvini —, che non c’entra alcunché con la voglia di armare chiunque ma il diritto di legittima difesa all’interno della propria casa. Il modello americano è l’ultimo che ho in testa».«il governo è compatto», gli fa eco Bonafede. Che sottolinea: «Lavoreremo a un testo che tolga le zone d’ombra dall’attuale normativa e che dia la possibilità ai cittadini, che si sono legittimamente difesi, di non dover subire tre gradi di giudizio».
Anche il premier Giuseppe Conte spiega: «Questo governo non vuole incitare alla giustizia privata né vuole incitare all’uso delle armi». Dubbioso invece il presidente dell’associazione Nazionale dei magistrati, Francesco Minisci: «Siamo contrati a modificare l’attuale formulazione della legittima difesa. Secondo noi è sufficientemente regolamentata».