La segreteria del Pd nella Roma di periferia
Il Pd ci riprova. Andando un po’ a tentoni. Di voti, nei quartieri popolari delle città non se ne prendono più, e allora il Partito democratico che fa? Riunisce la prima segreteria dell’era Martina a Tor Bella Monaca. Non vicino ai casermoni resi famosi dal film Lo chiamavano Jeeg Robot. E nemmeno vicino al più grande campo nomadi d’europa, che è poco più in là. Insomma, non tra la gente, ma in una libreria, la prima e unica di Tor Bella Monaca, inserita in una sorta di centro commerciale posto nel nulla. Gli abitanti del quartiere? Non pervenuti. Del resto l’orario sembrava scelto apposta per evitare il contatto con la gente: le due del pomeriggio. L’unica indomita signora che si avvicina, pone una sola e secca domanda al segretario: «Perché arrivate solo ora?». Per il resto non si può nemmeno dire che la popolazione di «Torbella», come la chiamano a Roma, sia ostile o indifferente. Semplicemente non c’è. Anche se Martina vuole fare del Pd «un partito di strada che ascolta la gente». La spiegazione di questa assenza la dà il segretario del Pd della zona, Fabrizio Compagnone, prima che il solerte ufficio stampa del partito lo porti via per non farlo parlare troppo: «La verità è che questa non è la vera Tor Bella Monaca, comunque sono contento che siano venuti qui. Bisogna vedere se tra sei mesi torneranno». Forse sì, se non altro perché per arrivarci hanno impiegato un bel po’ di tempo. Alcuni sono venuti nelle auto semi-blu di chi non è più al governo ma comunque un incarico ce l’ha. E poi le hanno fatte parcheggiare altrove. Altri, come Cuperlo, sono venuti in moto. Pochi, come Orfini, che qui si era candidato, sapevano esattamente dove andare senza l’ausilio del navigatore. Dentro si è parlato di cose importanti. Di chiedere la riduzione di un punto all’anno del costo del lavoro di qui alla fine della legislatura, perché senza questa condizione il decreto dignità «produce solo disoccupazione e affanno», dice Martina. Ma il contenuto della riunione scivola via dietro le porte rigorosamente sbarrate della libreria, mentre Tor Bella Monaca è altrove.