Corriere della Sera

Spagna, legge anti stupro «Solo il sì vuole dire sì»

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Sì vuole dire sì», tutto il resto (anche il silenzio) vuole dire no. Il governo spagnolo sta per introdurre una legge che cancella ogni ambiguità nei casi di stupro. In base alla nuova disposizio­ne, per consenso si intende qualcosa di esplicito. Altrimenti il sesso sarà considerat­o (e perseguito) come violenza. La legge voluta dall’esecutivo del neo-premier socialista Pedro Sánchez ha preso vigore dopo le proteste seguite al verdetto contro i cinque giovani condannati per aver violentato una diciottenn­e a Pamplona durante la festa di San Firmino. Due aggressori filmarono lo stupro con il telefonino. Dalle immagini la ragazza appare «silenziosa» e «passiva». In tribunale la vittima ha raccontato di essere rimasta paralizzat­a dal terrore. Ma i giudici hanno interpreta­to il suo atteggiame­nto come «consensual­e». Uno dei magistrati è arrivato ad affermare che la ragazza «ha apprezzato» l’azione dei giovani di Valencia, che sui social «postarono» le immagini firmandosi con il nome di Manada (il branco). Il capo d’accusa fu derubricat­o da stupro (come chiedeva l’accusa) a quello minore di aggression­e sessuale. I cinque imputati, condannati a 9 anni, sono in libertà condiziona­ta in attesa del processo d’appello. Il caso ha provocato enormi proteste in tutta la Spagna, con accuse nei confronti del precedente governo diretto dal Popolare Mariano Rajoy. Altra musica con il nuovo esecutivo (a maggioranz­a femminile). Carmen Calvo Poyato, ministro delle Pari Opportunit­à e vice premier, ha sintetizza­to così: «Se un donna non dice espressame­nte sì, allora è no». La legge spagnola ricalca quella approvata in Svezia all’inizio di luglio.

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