TRUMP SÌ, MA CIA E FBI NON SARANNO MAI PUTINIANI
Caro Aldo, John Mccain, eroe di guerra, uno dei più autorevoli senatori Usa, repubblicano, ha vergato questo tweet sulla ennesima figuraccia rimediata in Finlandia, da «the Donald»: «The Press conference, in Helsinki, was one of the most disgraceful performances by an American president in memory». Alla luce di questo esito infausto, non ritiene che la gestione del «fattore T.» sia il nodo più intricato, e imbarazzante, di politica estera da sciogliere per Washington e per le cancellerie degli altri Stati?
John Mccain è uno dei miei eroi, da quando lo ascoltai — dalla tv di casa di Kathleen Kennedy, la figlia di Bob — pronunciare il più bel discorso politico degli ultimi vent’anni, quello di concessione della sconfitta nel novembre 2008: «Now Obama is my president…». Ma temo che la sua inimicizia personale, ben oltre il disprezzo, verso Trump offuschi un po’ il suo giudizio. Sarebbe sbagliato sottovalutare l’impatto del primo presidente degli Stati Uniti che flirta visibilmente con Mosca, diffida della Nato e detesta l’unione Europea. Tuttavia sarebbe altrettanto sbagliato sopravvalutare la capacità di Trump di sovvertire la politica estera americana. Il tanto detestato establishment esiste. Trump è l’espressione della rivolta contro di esso. È un populista vincente, perché per vincere i populisti devono pescare sia a destra sia a sinistra — come i 5 Stelle —, non schiacciarsi da una parte (Marine Le Pen) o dall’altra (Mélenchon). Trump è indubbiamente un uomo di destra, ma ha vinto Stati democratici come il Wisconsin, il Michigan, la Pennsylvania, che avevano votato Obama e prima ancora Kerry e Gore. La sua trasversalità va di pari passo con la sua volubilità e versatilità. Magari domani si rimangerà in parte le parole sull’europa, come ha già fatto con la Nato. Non dico che Trump non vada preso sul serio. Dico che esistono resistenze, rapporti personali, culture, abitudini che vanno oltre la Casa Bianca; tanto più se i repubblicani perderanno la maggioranza al Congresso nel novembre prossimo. Per essere più chiari: non solo Mccain, neppure l’fbi e la Cia saranno mai alleati di Putin, contro cui hanno combattuto la guerra fredda, e nemici della Germania, Paese ricostruito dagli americani.