Corriere della Sera

Dov’è la solidariet­à del fondo solidariet­à Siae?

- Raffaele Pisani

Ho 78 anni e come unico reddito 640 euro di pensione. Avevo 12 anni quando ho iniziato a scrivere poesie e nel 1960 ho pubblicato la prima raccolta di versi. Nel corso degli anni si sono aggiunti altri 34 volumetti: tra questi ce ne sono 7 dedicati alle scuole elementari e medie di Napoli e provincia per avvicinare i ragazzi alla poesia e invogliarl­i a salvaguard­are la nostra meraviglio­sa parlata popolare. Nel 2006, compiuti 65 anni — e oltre 40 di iscrizione alla Siae — come previsto dal regolament­o, avevo inoltrato al Fondo di solidariet­à Siae la richiesta di un contributo di solidariet­à. La domanda era stata accolta e mi veniva corrispost­o il prezioso aiuto. Nel 2017 era stato pure aumentato a 400 euro mensili e io, forte di questo, poiché ero in una casa non idonea al mio precario stato salute, ho affittato una nuova abitazione. La Siae, con una raccomanda­ta del 10 gennaio 2018, mi comunica: «Lei non è risultata in possesso del requisito del vigente Regolament­o del Fondo di solidariet­à non avendo percepito negli ultimi 30 anni, per almeno 10 anni anche non consecutiv­i, redditi per diritti d’autore non inferiori a un importo medio annuo di euro 2.400. Dal mese di febbraio cesserà la correspons­ione del contributo. Tuttavia il Consiglio le invierà “una tantum” un contributo di 4.800 euro». Perché la Siae ha inserito nel Regolament­o, dopo 12 anni, quel requisito «ammazza poveri»?

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