Corriere della Sera

«Il vero test per i mercati? Sarà la legge di bilancio

Gros: determinan­te il voto sul Ceta. Lazar: con la Francia la crisi più importante dagli Anni 50

- Francesca Basso

MILANO Su un punto d’accordo il politologo e storico della politica italiana Marc Lazar e Daniel Gros, direttore del think tank brusselles­e Ceps: la legge di Bilancio sarà il banco di prova del governo italiano, perché dagli annunci si passerà ai fatti e si capirà in che direzione va l’italia. Per Gros c’è anche un altro test importante ed è la ratifica del Ceta: «Se Roma porrà il veto, la politica domestica sarà posta davanti alla solidariet­à europea».

Come ci vedono Germania e Francia? Come sono i rapporti con Bruxelles? Gros e Lazar ne discuteran­no oggi con Ferruccio de Bortoli, Enrico Letta e Romano Prodi in apertura dei lavori del Comitato scientific­o della Fondazione Merloni, che per tre giorni a Portonovo (Ancona) si confronter­à su questi temi. Lazar ha anche pubblicato di recente il libro «Popolocraz­ia. La metamorfos­i delle nostre democrazie» (Laterza), scritto a quattro mani con Ilvo Diamanti. «Italia e Francia stanno vivendo la più importante crisi politica per intensità e durata dagli anni Cinquanta — spiega Lazar —. Anche in passato ci sono stati momenti di tensione, fra De Gaulle e la Dc per la diversa visione di Europa, con Mitterrand per la cosiddetta dottrina Mitterrand, con Chirac nel 1995 quando decise di riprendere i test nucleari e nel 2003 perché Berlusconi approvò la scelta di Blair e Bush nella guerra in Iraq mentre la Francia no. Questa volta è diverso». «Salvini ha deciso che il presidente Macron è uno dei bersagli principali e Di Maio lo ha seguito in questa strategia. Lega e M5S sono d’accordo nell’affermazio­ne della sovranità italiana, che può essere in conflitto con il progetto europeo di Macron. Il presidente però cerca di distinguer­e all’interno del governo e ha un dialogo con il premier Conte. In questo contesto dobbiamo ricordare che è reciproco l’interesse economico e sociale di avere ottimi rapporti». Lazar riconosce poi che sull’immigrazio­ne «la Francia non sempre ha avuto un atteggiame­nto giusto nei confronti dell’italia».

Non meno complessi sono i rapporti con la Ue e la Germania. «Questa nuova Italia è un partner scomodo su molteplici fronti», osserva Gros. «Sull’unione monetaria si sapeva cosa non volesse Roma, ma lo scenario di uscita dall’euro paventato da Paolo Savona, anche se smentito dal governo, desta preoccupaz­ione. I problemi sono più a livello di annunci che di azioni politiche concrete. È il caso del Ceta e dell’immigrazio­ne». In Europa «l’italia si ascolta di più e le si dà meno retta — prosegue Gros —: il rumore di fondo è preoccupan­te ma non le si dà retta perché le proposte non sono ricevibili. In più non si sa se i patti di oggi verranno rispettati domani». «Con la Germania i rapporti sono molteplici — conclude Gros —. Con Berlino il rapporto è simile a quello con Bruxelles. A Francofort­e la Bce registra il piano Savona e guarda ai target di bilancio. E poi c’è Monaco e il nodo immigrazio­ne».

Il convegno

Oggi a Portonovo il convegno del Comitato scientific­o della Fondazione Merloni

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