Rallentano i trasporti, termometro dell’economia
Uggè, Conftrasporto: «Se il governo non ci ascolta, cominceremo con un’azione di contrasto»
Se l’andamento dei trasporti è il termometro di quello dell’economia del paese, c’è più di un motivo di preoccupazione. È quello che sostiene Confcommercio-conftrasporto, alla luce dei dati del primo Osservatorio trasporti,un settore che rallenta e «uno studio — spiega il vicepresidente Paolo Uggè — che vogliamo ripetere ogni sei mesi per avviare un percorso che crei conoscenza».
Il traffico cresce di meno, sia dal lato delle merci che da quello dei passeggeri. Nel primo semestre 2018 il traffico merci è cresciuto del 2,5% contro il 3,3% dello stesso periodo dello scorso anno: «un’ulteriore conferma del rallentamento dell’economia e del momento di difficoltà che stanno attraversando cittadini e imprese: la crescita del pil all’1,5% non è un obiettivo verosimile per il 2018», commentano dall’associazione. Ma quel che più importa a Conftrasporto è il calo del trasporto merci. Entrando nello specifico dello studio, per le merci c’è una crescita del 3,1% rispetto al 3,2% e una previsione di una discesa a +2,3%. Frenano, poi, sia il traffico aereo che quello su nave. Nonostante quello su strada continui a essere l’opzione numero uno per la circolazione delle merci, è calato il numero delle aziende di autotrasporto, scese da oltre 85 mila a inizio 2016 a poco meno di 82 mila nel primo trimestre 2018. «La necessità è quella di catturare l’attenzione del governo: la logistica e i trasporti sono elementi fondamentali della competitività di un paese che, come l’italia, si regge
sul manifatturiero». E a penalizzarli sarebbero burocrazia e costi. «La riforma Delrio avrebbe dovuto accorpare le funzionalità dei sistemi portuali — prosegue il vicepresidente —, in realtà non è mai stato realizzato uno sportello unico doganale e per uscire da un porto un container deve superare i controlli di 18 realtà». Processi di questo genere rallentano le operazioni e, a cascata, anche le consegne, e rendono il paese meno produttivo e competitivo.
Senza dimenticare la questione fiscale. La scorsa settimana gli autotrasportatori hanno annunciato il fermo dell’attività per 6, 7, 8 e 9 agosto. La questione sul tavolo erano le incertezze sulle deduzioni fiscali, programmate nella legge di bilancio del governo Gentiloni, ma ancora non rese operative dall’agenzia delle entrate. L’altro ieri i provvedimenti sono stati emenati, «ma non in linea con gli accordi — conclude Uggè — a settembre, questa e altre situazioni, come la sempre più pesante accisa sul gasolio, ci porteranno a riprendere un’iniziativa di forte contrasto contro il governo».