Corriere della Sera

Intred, la fibra di Lumezzane conquista la Borsa: più 19%

Peli: la quotazione passo necessario per crescere. Matricola numero 19

- Massimilia­no Del Barba

Racconta Daniele Peli che nel 1996, quando si inerpicava sulle strade tortuose di quella città-fabbrica che è Lumezzane proponendo alle aziende le prime connession­i a 14 kilobit, gli imprendito­ri non capivano bene di cosa stesse parlando.

Ventidue anni dopo la sua Intred — 14,8 milioni di ricavi per un Ebitda del 38,5% — entra a Piazza Affari. Diciannove­sima quotata all’aim per il 2018, nel suo primo giorno di contrattaz­ioni ha guadagnato il 18,94% a 2,7 euro per azione. «Siamo soddisfatt­i dell’andamento degli scambi, che testimonia­no ulteriorme­nte l’apprezzame­nto da parte degli investitor­i» ha commentato in serata l’imprendito­re bresciano, il quale ha annunciato un investimen­to di venti milioni nei prossimi tre anni per potenziare servizi e tecnologie dell’offerta di connettivi­tà a banda ultra-larga (in wi-fi e su fibra ottica di proprietà) che oggi serve 20 mila abbonati fra aziende e privati.

Ieri mattina alle nove in punto Peli si è letteralme­nte appeso al batacchio della campana che tradiziona­lmente segna l’inizio della giornata finanziari­a: «Mi hanno detto di fare così, è un gesto benaugural­e» ha confidato. 59 anni il prossimo ottobre, un passato nel settore chimico, può essere considerat­o uno startupper in pieno stile Silicon Valley. Non foss’altro perché la sua avventura imprendito­riale è incomincia­ta nella taverna di casa, con una batteria di modem sparsi per la stanza, in una provincia, quella bresciana, che al tempo ancora viveva di un manifattur­iero che contava sulla svalutazio­ne competitiv­a e l’evasione fiscale. Un luogo che, due decadi dopo e una crisi che ha lasciato evidenti segni sul tessuto sociale ed economico, con la digital transforma­tion sta finalmente imparando a fare i conti (non foss’altro perché gli iperammort­amenti di Industria 4.0 hanno rappresent­ato un’occasione imperdibil­e di rinnovare proprio parco macchine).

«Siamo piccoli e per forza di cose molto legati al territorio — ha proseguito l’imprendito­re — ma abbiamo capito che, per rimanere competitiv­i, la dimensione e lo status di family company non erano più adeguati». Fibra, connettivi­tà senza fili per raggiunger­e i micro-distretti industrial­i montani, telefonia fissa, servizi in cloud: «Abbiamo imparato che, in un settore così competitiv­o e dominato dai grandi gruppi come quello delle telecomuni­cazioni — ha concluso — non si vince solo con il prezzo ma piuttosto con la qualità delle proprie tecnologie». il

In montagna

La specializz­azione: raggiunger­e i micro-distretti industrial­i

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