Elliott gioca la prima partita Il Milan al Tas per l’europa
L’impegno del fondo nel futuro sarà decisivo. La sentenza in serata
Quanto profondo e duraturo sarà l’impegno di Elliott nel Milan? Attorno a questa domanda — cui il fondo ha in parte risposto con un comunicato in cui ha parlato di «piani a lungo termine», oltre che di «rispetto del fair play finanziario» — si baserà un bel pezzo della decisione del Tribunale arbitrale dello sport che questa sera stabilirà se confermare l’esclusione dalle Coppe o rivedere la sentenza della camera giudicante dell’uefa.
Il cambio di proprietà, dal misterioso e sfuggente Yonghong Li al fondo d’investimento americano, è l’elemento di novità intercorso tra le due udienze. E naturalmente nelle memorie difensive già inviate e nelle arringhe che si terranno oggi a Losanna il Milan sottolineerà come il debito del club verso soggetti terzi si sia azzerato (ora è verso il proprietario) e come la continuità aziendale sia garantita. La camera giudicante dell’uefa aveva chiesto un impegno scritto a Elliott di restare proprietario per almeno due anni: cosa che un fondo d’investimento, che aveva il Milan in garanzia, non poteva assicurare. Vedremo cosa prometterà ora il fondo diventato proprietario: oggi sarà rappresentato dal manager Franck Tuil. Non è possibile, sosterrà, fare un processo alle intenzioni sui possibili passaggi di proprietà futuri.
Ma il primo passo sarà un altro, ovvero delimitare il campo di gioco. Il Tas ha il potere di analizzare il caso «de novo», ovvero di rivederlo dall’inizio. È quello che spera il Milan, che vuole una revisione completa del suo dossier. L’uefa, invece, chiederà di limitarsi alla revisione della sentenza della camera giudicante, che — ricordiamolo — si è detta incompetente a rivedere il no al settlement agreement (pagina 25 delle motivazioni) deciso dalla camera investigativa, pur condividendone tutte le obiezioni mosse (incertezze sulla proprietà cinese, debito a breve scadenza e revisione dei business plan) e ha comminato una sanzione per le violazioni di bilancio degli anni 2015, 2016 e parte del 2017 (gestione Fininvest, ormai due proprietà fa).
Il Tas dunque ha ampia discrezionalità e — su questo il Milan può essere speranzoso —, se la prenderà tutta. Il presidente, il tedesco Ulrich Haas, è considerato uno dei cinque migliori arbitri; l’arbitro scelto dall’uefa è l’inglese Mark Hovell, mentre quello nominato dal Milan è lo svizzero Pierre Muller, avvocato con competenze economiche. Gli arbitri, però, sono davvero indipendenti, al di là delle parti che li hanno nominati. Il Tas può confermare la sentenza oppure rinviare la pratica all’uefa per un altro settlement agreement. In quel caso, però, sarebbe una corsa contro il tempo, perché bisogna compilare i calendari. Se il Milan mantenesse l’esclusione perderebbe circa 20 milioni di incassi, incapperebbe in una figuraccia mondiale, ma potrebbe, tra un anno, riprovare la strada di un voluntary agreement.
Appuntamento alle 9.30: l’udienza si aprirà con le dichiarazioni delle due parti (per il Milan probabile che apra l’avvocato Roberto Cappelli, per l’uefa ci saranno Yves Wehrli, esperto di diritto comunitario, e Denis Waelbroeck); si proseguirà con l’esame dei testi, e qui dovrebbero intervenire l’ad Marco
Il debito non c’è più Nella sua arringa la società sottolineerà come il debito verso terzi sia già azzerato
Pezzi da novanta Nella delegazione rossonera pezzi da 90 tra consulenti di diritto sportivo e avvocati
Fassone e Tuil. Dopo una pausa, le arringhe e le eventuali controrepliche: il programma prevede che l’udienza finisca alle 18. In tarda serata, la sentenza. Nella delegazione del Milan ci saranno due pezzi da novanta, l’avvocato Antonio Rigozzi, già consulente per l’udienza Uefa, e Ben Van Rompuy, professore specializzato in diritto dello sport.
Oggi l’europa, sabato assemblea dei soci e cda, con la nomina di Paolo Scaroni presidente e dell’ad Ivan Gazidis: in due giorni il nuovo Milan costruisce il suo futuro.