Corriere della Sera

Batte Froome, che stacca Nibali

Sky ora deve scegliere su chi puntare. L’italiano: «In debito di ossigeno»

- Marco Bonarrigo Flavio Vanetti

LA ROSIÈRE Unreal. «Irreale» è la prima parola rivolta da Geraint Thomas ai giornalist­i. È surreale per l’ex pistard, ex cronoman, ex passista gallese vincere in solitaria, tornare in giallo dopo un anno difficile e accumulare 1’25” di vantaggio in classifica sul secondo, tale Chris Froome. È surreale il modo in cui ci è riuscito, è surreale tutta l’11ª tappa del Tour, con i suoi 4 mila metri di dislivello e 5 salite in 100 chilometri, gestita da Sky con freddezza e superiorit­à destabiliz­zanti. Il ritmo degli inglesi («Folle» l’ha definito Nibali) ha confinato a 22’ l’ex maglia gialla Van Avermaet, a quasi mezz’ora (in appena tre

Una tappa surreale Su 5 salite in 100 km crollano i favoriti: Valverde, Landa, Quintana tramortiti

ore e 29’ di corsa) metà del plotone e ha rimandato a casa le (ex) stelle dello sprint Kittel e Cavendish, al traguardo poco prima che questo fosse smontato.

Sky ha lasciato spazio alla solita fuga iniziale (bravo Damiano Caruso) ma allo scadere del tempo programmat­o ha messo alla frusta i suoi sei gregari, da Poels a Kwiatkowsk­i, ormai trasformat­o in grimpeur. Qualcuno ha provato a dar loro fastidio? Sì, qualcuno ci ha provato. Valverde, ad esempio, scattato a oltre 50 chilometri dall’arrivo per far da ponte al resto del trio Movistar. Risultato: lo spagnolo, riassorbit­o, è uscito di classifica, il suo vice Landa, tramortito, è quasi fuori, la sfinge Quintana è rimasta abulica dietro Bardet e Martin. Adam Yates ha mandato all’avanscoper­ta Nieve e ha tentato un attacchino di un minuto. Rimasto solo, è crollato nel finale: fuori anche lui. La Bahrain si è sostituita a Sky all’inseguimen­to di Valverde: Nibali ha perso tutti i gregari per strada e si è trovato in affanno di fronte alle stoccate finali del duo Froome/thomas ma anche agli ottimi Bardet e Martin. Il siciliano, in difficoltà sugli scatti secchi però bravo a gestire i rientri, ha una squadra malmessa (le altre non stanno meglio) ma resta in prima fila. Come vede il futuro? «Sono andato in debito di ossigeno per un attimo. Ma poi ho trovato un ottimo ritmo. Oggi abbiamo pagato in tanti. Francament­e non so come può andare a finire questo Tour...».

L’unico che ha centrato l’azione, a costo di una fatica immensa, è stato Tom Dumoulin: partito in contropied­e, raggiunto e saltato da Thomas, l’olandese ha orgogliosa­mente Squadrone

Il Team Sky in azione nella frazione di montagna di ieri: a Thomas la tappa, Chris Froome quarto ha guadagnato sui rivali (Afp)

agganciato la ruota di Froome, battendolo in volata. In classifica ora è terzo dietro alla coppia Sky e con 30” di vantaggio su Nibali (quarto), sull’oggetto misterioso Roglic (quinto) e sull’altro olandese Kruijswijk, protagonis­ta al Giro 2017. La rivalità Thomas/froome è il tema del giorno. Il delfino gallese vuole fare le scarpe al capitano keniota? A vedere la corsa potrebbe sembrare di sì. Lo scatto (micidiale) con cui Thomas stacca tutti sembra cogliere Froome di sorpresa e, in replica, il vincitore del Giro scatta nel finale rischiando di far rientrare gli avversari su Thomas. Ma i due a fine corsa chiacchier­avano amabilment­e e Thomas ha smorzato ogni polemica in conferenza stampa. La nuova maglia gialla è anche il nuovo leader di Sky? «No, Chris resta il leader. Lui sa meglio di tutti noi come gestire una corsa di tre settimane». Come ti spieghi il suo contrattac­co? «Nella prima tappa ha perso tempo per la caduta, giusto che abbia provato a recuperarl­o. Così siamo più uniti». Sei pronto a sacrificar­ti per lui se serve? (pausa di riflession­e) «Sono pronto».

Verifica oggi, nell’ultima tappa alpina. Finale epico sull’alpe d’huez, preceduta da due ascese classiche come Madeleine e Croix de Fer. Metà dei favoriti della vigilia è scomparsa dai tabelloni ieri, vediamo quanti si saranno eclissati stasera. E i Pirenei sono ancora lontani.

Oggi l’alpe d’huez Atteso un altro scossone alla classifica E i Pirenei sono ancora molto lontani

con una stagione di ritardo». Che cosa è la sbornia post-olimpica? «È la faccia di uno che non ha voglia di urlare in pedana perché si sente appagato. La malattia mi ha provato: non respiravo, avevo un polmone bloccato, i dolori erano martellate. Una volta guarito, ho subito avuto risultati decenti. Mi hanno dato fiducia, ma mi hanno anche ingannato: ho dato tutto per scontato e ho perso. Per fortuna, però, le bastonate svegliano».

Daniele rivendica il fatto di essere «quello che ha vinto più medaglie di tutti nelle ultime grandi manifestaz­ioni». Dettaglio non da poco, «perché con il ricambio che c’è nel fioretto, siamo almeno in quindici, di volta in volta, a puntare all’oro». Però questo è solo un aiuto all’autostima «e a sentirmi più sicuro di me». Non basterà: «Per vincere, serve la fame. Serve quella cattiveria che hai quando sei un esordiente. Navigo a vista e non guardo lontano: un assalto alla volta, come se fosse quello decisivo; questa è la mia ricetta».

La sua Juventus gli ha regalato la gioia dell’acquisto di Cristiano Ronaldo. «In attesa che segni CR7, provo a fare gol io». In pedana.

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