Garozzo affila il fioretto «Dopo la grande paura il Mondiale che mi manca»
WUXI Dal trionfo olimpico nel fioretto a una grande paura, vissuta all’epilogo di un 2017 per tre quarti positivo e culminato nell’oro mondiale a squadre e nel bronzo individuale di Lipsia: storia di dodici mesi fa. «E non dimentico il titolo europeo che avevo conquistato poco prima, oltre a una vittoria nella Coppa del mondo» racconta Daniele Garozzo riordinando date e ricordi «di un periodo nero, forse uno dei peggiori». Già, la grande paura: «Lo scorso ottobre mi sono ritrovato con un pneumotorace: un mese e mezzo di ospedale, vessato da dolori terribili». L’esperienza avrebbe silurato chiunque non fosse stato un atleta. «Ma un po’ di danni, al di là dei guai fisici, me li ha procurati» dice il ragazzo che a Rio 2016 infilzò tutti con estro e personalità.
È giunto allora il momento di ricollegarsi alla storia olimpica, di sentirsi di nuovo pronto. L’italia sale in pedana al Mondiale di Wuxi, nella Cina orientale, e anche se Daniele è già ammesso al tabellone finale — invece oggi nel primo atto delle eliminatorie tirano pure due teste coronate azzurre come Rossella Fiamingo nella spada e Aldo «Highlander» Montano nella sciabola — rappresenta il simbolo di una Nazionale che ha dei conti da regolare, che non scorda le 9 medaglie di Lipsia (4 d’oro) e che non vuole cedere il bastone del comando.
Non è stata, diciamolo pure, un’annata fantastica. Ma l’occasione è ora. Il campionato iridato di «mid term» apre la lunga corsa olimpica: andare bene in Cina significherà mettere in cascina punti pesanti in vista di marzo 2019, quando comincerà il periodo che deciderà gli ammessi a Tokyo 2020. «C’è chi dice che si potrà rimediare, casomai andasse male. È vero, ma vincere abitua a vincere e nello sport non si fanno calcoli, anche per forma mentis. Quindi, punto al podio; anzi, al pesce grosso». L’oro iridato individuale gli manca e anche questa è un’opportunità per lasciarsi alle spalle «la sbornia post-olimpica, che ho sperimentato
Periodo nero All’ospedale per uno pneumotorace a fine 2017: «Non respiravo, i dolori erano martellate»
Sbornia post Rio «Conquistata l’olimpiade, mi sentivo appagato. In Cina serve una fame da debuttante»