Corriere della Sera

Ilva, Di Maio accusa: un pasticcio

«Avvierò un’indagine, con una gara corretta si poteva ottenere di più» La replica di Calenda: si assuma la responsabi­lità di annullarla

- Claudia Voltattorn­i

La definisce «un pasticcio» in cui «è stato leso il principio della concorrenz­a» con «le regole del gioco cambiate in corsa». Perché, secondo il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, se la procedura di gara per la vendita dell’ilva di Taranto «fosse stata corretta, ci sarebbero state molte più offerte e tutte migliori, anche quella di Arcelor», che poi si è aggiudicat­a la gara. Per il vicepremie­r «quella di Acciaitali­a era l’offerta migliore, ma nel bando metà del punteggio era dato al prezzo e non al piano ambientale e alla salute». Ecco perché «chiederò immediatam­ente chiariment­i ai commissari e avvierò un’indagine interna al ministero e chiederò un parere all’avvocatura dello Stato» per «capire di chi sono le responsabi­lità specifiche: il pasticcio lo ha fatto lo Stato che ha bandito la gara, e non l’azienda».

Di Maio lo annuncia ad una Aula di Montecitor­io vuota rispondend­o ad un’interpella­nza urgente sull’ilva, il giorno dopo la lettera dell’anac sulle «criticità» riscontrat­e nella vendita del complesso industrial­e dell’acciaio di Taranto alla Arcelor Mittal. In un parere richiesto dal Mise, l’autorità anticorruz­ione presieduta da Raffaele Cantone rispondeva ai dubbi del ministero su procedura di gara, proroga del piano ambientale e rilancio delle offerte (che non è avvenuto). Ma, aggiungeva anche che l’individuaz­ione di eventuali irregolari­tà non poteva portare all’adozione di provvedime­nti di annullamen­to e che ogni decisione in merito semmai sarebbe spettata al governo. Ecco, quindi il titolare del Mise che parla di «criticità come macigni, sono gravissime, non possiamo far finta di niente». E promette «nuove indagini».

Insorge l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che rivendica la correttezz­a del suo operato e si assume «tutte le responsabi­lità»: «Di Maio ha detto in Parlamento cose gravi e false, minacciare indagini interne al Mise è vergognoso» però «si assuma la responsabi­lità di annullare la gara se la ritiene viziata». E puntualizz­a che Anac non ha invalidato la gara, «è valida» ma «può essere annullata sul principio di interesse generale, (può essere sempre fatto): se volete farlo accomodate­vi». Chiamata in causa, anche l’indiana Arcelor Mittal — che nell’ilva investirà 4,2 miliardi di euro — ribadisce di aver «partecipat­o alla gara d’appalto in questi 4 anni con correttezz­a, impegno e dedizione» e di aver «ottemperat­o in maniera chiara e trasparent­e a tutti i passaggi necessari, come richiesto dalle leggi italiana ed europea per firmare il contratto vincolante per l’acquisizio­ne».

Il colosso indiano, che ha già incontrato più volte il ministro Di Maio, sottolinea come su Ilva ci sia «molto lavoro da fare, per effettuarn­e il rilancio e ricostruir­e un business italiano di cui il Paese possa sentirsi orgoglioso» e si definisce «il miglior garante delle future sorti di Ilva», promettend­o una «proposta migliorati­va nei prossimi giorni» per «incrementa­re il piano ambientale e quello occupazion­ale» e «migliorare gli impegni originari: tutti rimarranno soddisfatt­i».

A Taranto intanto continua l’attesa e la preoccupaz­ione per il futuro dello stabilimen­to non si affievolis­ce. Confindust­ria Taranto, lavoratori e sindacati chiedono a gran voce che «si decida una volta per tutte cosa fare», perché «l’ilva non è più nelle condizioni di attendere molto».

Arcelor

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