Lubecca, attacco ai passeggeri del bus
Un tedesco di origine iraniana armato di coltello ferisce 10 persone, tre gravi. Ipotesi terrorismo
Un assalto su un bus affollato, un individuo armato di coltello che colpisce i passeggeri. Orrore e panico nel primo pomeriggio di ieri nei dintorni di Lubecca, in Germania: 10 i feriti, tre gravi. L’aggressore, un cittadino tedesco (pare) di origine iraniana, è in arresto. Quanto al movente le autorità tedesche sono rimaste caute, è il loro stile: non escludiamo alcuna ipotesi, è stato il commento. Tuttavia i primi accertamenti non avrebbero trovato tracce di radicalizzazione. È presto per emettere verdetti in un senso o nell’altro.
La vicenda. Sono passate da poco le 13.30, un pullman percorre il tragitto che da Lubecca conduce a Travemünde, una spiaggia di solito molto frequentata. A bordo tutto appare normale fin quando un uomo ha estratto una lama con la quale ha tirato fendenti contro chi lo circondava. L’autista ha immediatamente bloccato il veicolo permettendo ai passeggeri di scappare, rimanendo ferito anche lui nel tentativo di fermare l’uomo. Dopo qualche istante è sopraggiunta una pattuglia della polizia che ha neutralizzato l’aggressore. Alcune testimonianze hanno riferito che da uno zaino abbandonato sul pavimento usciva del fumo, particolare però che è rimasto in sospeso e non ha trovato conferme.
La zona, nel frattempo, è stata isolata per favorire i soccorsi ed eseguire i controlli. Secondo una tradizione consolidata la procura ha dato informazioni in modo limitato, scelta dalla doppia chiave: per proteggere l’inchiesta ed evitare ulteriore allarme nell’opinione pubblica. Un approccio che ha spesso sollevato critiche, insinuazioni, sospetti. Per alcuni il governo tedesco avrebbe cercato di nascondere atti di violenza politica compiuti da stranieri, in particolare da islamisti.
Il blocco della magistratura è stato in parte aggirato dalle indiscrezioni. Qualche media ha riferito che il responsabile era di origine iraniana, successivamente hanno precisato che si trattava di un cittadino tedesco di 34 anni nato in un altro Paese ma da tempo residente in Germania, al punto che avrebbe fatto il servizio militare. E fino alla serata gli agenti non avevano trovato possibili legami con formazioni estremiste, indicazioni però non definitive.
L’attacco di Lubecca ne segue altri, sempre sul territorio tedesco, compiuti da elementi pro-isis ma anche da disturbati che hanno imitato le tattiche terroristiche. In aprile, a Münster, una persona ha provocato due morti investendo i clienti di un bar con un furgone, poi si è tolto la vita. Secondo gli inquirenti era depresso. Ben più grave il massacro del 2016 quando il tunisino Anis Amri ha spazzato via le bancarelle del mercatino natalizio a Berlino. Strage rivendicata in nome dello Stato Islamico.
Solo pochi mesi prima, in estate, diversi attentati jihadisti si sono mescolati a iniziative individuali, senza un apparente motivo politico. E il caso dì Alì Sonboly, diciottenne nato in Germania da genitori iraniani. Ucciderà nove persone a Monaco di Baviera. Vittima di bullismo, soffriva di depressione, ammirava Hitler e lo stragista norvegese Anders Breivik. Nonostante questi aspetti, la magistratura incasellerà la storia nel filone «pazzia».