Privilegi e protezione al «bodyguard» di Macron Un ciclone in Francia
Benalla fermato dopo il video del pestaggio di maggio L’eliseo sapeva: perché non è intervenuto prima?
Nella foto grande, il presidente francese Emmanuel Macron, 40 anni, con uno dei suoi consiglieri all’eliseo Alexandre Benalla, 26 anni, durante una passeggiata in bicicletta lo scorso giugno. Sotto, Macron e il suo «bodyguard», nel 2017, durante la campagna elettorale per le presidenziali
L’appartamento Benalla ha ottenuto dall’eliseo (dopo i fatti del Primo maggio) una casa in zona di pregio
ha dichiarato che nei confronti di Benalla era stata presa nei mesi scorsi «la sanzione più grave prevista», ovvero due settimane di sospensione. Ma ieri per gli stessi fatti Benalla è stato fermato, e non su segnalazione dell’eliseo ma di Le Monde.
Dopo le violenze del Primo maggio, Alexandre Benalla ha comunque ottenuto dall’eliseo un appartamento di funzione sull’elegante quai Branly, conservato la macchina con autista, sirena e simboli della polizia (usurpati), il grado di tenente colonnello dei riservisti della gendarmeria (carriera folgorante per un 26enne) ed è rimasto a fianco del presidente nelle occasioni più importanti: dall’ingresso di Simone Veil al Pantheon alla parata del 14 luglio al ritorno a Parigi dei Campioni del Mondo di calcio, quando si trovava con Mbappé e Griezmann sul pullman che ha attraversato gli Champs Élysées.
Benalla accompagna il presidente in bicicletta d’estate al Touquet e d’inverno scia con i Macron a La Mongie, nonostante altri siano ufficialmente assegnati al compito di protezione del presidente. Il sospetto è che si sia formato all’eliseo un gruppo parallelo di pochissimi uomini abituati a fare servizio d’ordine — tra loro anche un compagno di Benalla che ha partecipato al pestaggio, Vincent Crase — che hanno la totale fiducia del capo dello Stato. Chiamato «Rambo» per la durezza degli interventi e la tendenza a perdere la pazienza, Benalla ha ottenuto da tre agenti di polizia le registrazioni delle videocamere di sorveglianza, poche ore dopo le rivelazioni di Le Monde, e «per questi fatti intervenuti dopo è stato licenziato», dice il premier Philippe. L’opposizione non dibatte sulla riforma costituzionale finché il governo non avrà dato spiegazioni, Wauquiez (destra) e Le Pen pretendono che Macron rompa il suo silenzio mentre Mélenchon (sinistra radicale) parla di «crisi al vertice dello Stato» ed evoca le dimissioni del ministro Collomb.